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16 agosto 2014
“Lo Stato non dovrebbe mai spostare nessun testimone di giustizia dal suo luogo d’origine, è come se fosse una seconda estorsione, questa volta istituzionale”. Luigi Coppola è un testimone di giustizia. Fino ai primi anni 2000 vendeva automobili in provincia di Napoli. Poi, a seguito delle continue estorsioni – arrivò a dover pagare gli interessi sul pizzo – decise di denunciare i suoi aguzzini. Grazie alle sue denunce furono arrestate oltre venti persone. A quel punto entrò nel programma di protezione, che dal 2002 al 2007 lo portò a spostarsi in varie località segrete in Italia. Fu costretto, quindi, ad abbandonare la sua attività: “Nel 2007 il programma di protezione divenne a carattere ‘speciale’ – dice al fattoquotidiano.it – tornai a Pompei, sottoposto a scorta blindata e ricominciai dopo anni la mia attività. Che però fu disertata completamente: nessuno veniva a comprare le auto da me. Così, nel 2011 chiusi di nuovo l’attività“. Oggi Luigi, una moglie e due figlie a carico, non ha più scorta (“dicono che non corro più pericoli, ma vedo persone che ho denunciato, che hanno scontato la pena e che incontro per strada e che quando mi incontrano di certo non mi sorridono”, dice), né un lavoro: “Ora ho deciso di andare via dall’Italia – conclude -. Magari vado in Germania dalla Merkel. Tutti la criticano, ma non penso che lei avrebbe lasciato una persona come me nelle condizioni in cui mi hanno lasciato lo Stato, la Regione Campania, la Provincia e il Comune”  di Andrea Postiglione 

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