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Le Triadi cinesi allargano mercato prostituzione
17 gennaio 2014
Hong Kong. La mafia di Hong Kong debutta in un nuovo business: i 'bordelli' clandestini nelle toilette degli shopping mall. Una "casa chiusa" all'interno delle toilette di un centro commerciale in disuso, al confine fra Hong Kong e Cina, è stata scoperta dagli ispettori della polizia dell'ex colonia britannica. Un'operazione che ha portato all'arresto di 86 persone, tra i 17 e i 72 anni, gran parte delle quali appartenenti al gruppo '14K', uno dei più noti clan mafiosi di Hong Kong. Nella 'casa chiusa' - riporta la stampa locale - lavoravano una cinquantina di donne, la maggior parte cinesi, ed "i clan approfittavano del fatto che lo shopping mall non fosse utilizzato per 'convertire' i bagni, sia degli uomini che delle donne, in locali per il vizio", spiega Law Kwok-hoi, il Capo Ispettore di Polizia dei Nuovi Territori, dove si trova il centro commerciale in questione. Un business che, ogni giorno, registrava un via-vai di un centinaio di clienti cui era chiesta una tariffa di 25 euro, 10 dei quali 'destinati' alla '14k'. La prostituzione è legale a Hong Kong, ma solo se praticata da maggiorenni in modo non organizzato e indipendente, mentre sono vietati case chiuse e centri gestiti da chi ne trae profitti. Il raid alla "casa chiusa" nelle toilette del centro commerciale - la prima del genere che la polizia di Hong Kong abbia mai trovato, secondo Law - fa parte di una serie di attività contro il clan '14K': la gang criminale risulta legata anche al traffico di 'nuove droghe' come il meth filippino, o Shaboo, e alla sua distribuzione in Europa, nonché altre attività criminose che riguardano il gioco d'azzardo, i bar illegali, i prestiti a usura e l'estorsione.

ANSA

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