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I tre ufficiali dei carabinieri avrebbero messo a rischio alcune indagini per fini carrieristici

Il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, il colonnello Vittorio Stingo, è stato raggiunto da una richiesta di condanna insieme ad altri due ufficiali dell'Arma: Augusto Petrocchi e Carmelo Caccetta. I tre carabinieri sarebbero al centro di una presunta fuga di notizie che riguarderebbe l’arresto del maresciallo Gianfranco Antonuccio, arrestato con l’accusa di avere chiesto tangenti in cambio di favori. Il pubblico ministero ha chiesto un anno e 6 mesi di condanna per Stingo, accusato anche di calunnia ai danni del suo collega, Antonello Parasaliti, il comandante del Ros di Palermo che ha catturato Matteo Messina Denaro; 8 mesi per Petrocchi e 2 mesi e 20 giorni per Caccetta.
La vicenda vede il suo inizio due anni prima, quando l’allora procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, adesso a capo dei pm di Roma, come da procedura, ha informato Stingo che il Ros di Palermo aveva in corso un’attività di indagine su alcuni carabinieri della Compagnia di Licata. Successivamente e sempre in maniera legittima, un alto ufficiale dell’Anticrimine aggiorna Stingo, per ovvie ragioni istituzionali, degli sviluppi della vicenda comunicandogli che il militare indagato era Antonuccio. Secondo il procuratore Salvatore Vella e il pm Maria Barbara Grazia Cifalinò, il colonnello Stingo avrebbe messo a rischio l’indagine per evitare macchie sul suo curriculum favorendone il trasferimento prima dell’arresto. L’arresto di Antonuccio avrebbe infatti messo a rischio la promozione di Stingo a generale. Petrocchi, invece, avrebbe riferito a Caccetta e a un altro carabiniere le informazioni apprese da Stingo per le stesse finalità.

Fonte: Giornale di Sicilia

Foto © Imagoeconomica

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