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"In Veneto non si può parlare di infiltrazioni mafiose, ma di presenza. Credo che nessuno si possa tirar fuori dalla responsabilità di ammettere che il livello dell'asticella si è alzato". Lo ha detto stamane a Venezia il Direttore centrale anticrimine, prefetto Francesco Messina. Secondo Messina, in territorio veneto "non si riscontra l'agire tradizionale mafioso, che invece è chiaro in altre realtà del Nord colonizzate, come Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. In queste aree ci sono le stesse strategie che si esercitano in altre parti d'Italia, soprattutto nei territori di provenienza". In Veneto "la minaccia è diversa, ci sono presenze chiare che vanno controllate e contrastate, perché il fenomeno mafioso è camaleontico. Mi riferisco in particolare ai casi di fatturazione falsa e di spaccio, ambiti in cui l'attenzione deve essere massima". "Il Veneto è in una situazione migliore rispetto ad altre regioni - ha proseguito Messina - ma le forze dell'ordine sono al lavoro, la magistratura è sul pezzo e sono moderatamente ottimista". Particolare attenzione, ha concluso, "deve andare alle Piccole e medie imprese, locomotiva economica del Paese, in un momento delicato e particolare come questo, in cui ci apprestiamo a ottenere molto danaro dal Pnrr. L'attenzione e la sensibilità rispetto all'agire di queste organizzazioni mafiose è massima anche in questo contesto". 

Foto © Imagoeconomica

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