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giaccone-milly-web0di AMDuemila - 11 luglio 2013
Palermo. Milly Giaccone torna finalmente a lavorare. La bella notizia arriva dopo settimane di vergognosi empasse contrassegnati da burocrazie indegne di un Paese civile. La figlia del professore Paolo Giaccone, ucciso dalla mafia l'11 agosto del 1982, può finalmente tornare a lavorare. L'azienda Ospedaliera Villa Sofia ha inviato un telegramma nel quale viene notificata la riammissione in servizio dal 1 luglio, a seguito della richiesta fatta un mese fa. La vicenda di Milly Giaccone rispecchia di fatto uno Stato cieco e sordo ai richiami di coloro che hanno maggiormente sofferto. La figlia del prof. Giaccone, dopo tre anni dall’essere andata in quiescenza - grazie alla mancata equiparazione delle norme che regolamentano i diritti dei familiari di “vittime di mafia” a quelli delle “vittime del terrorismo mafioso” - con sentenza della Corte dei Conti del 28 maggio scorso si è vista costretta a tornare al lavoro presso l’azienda ospedaliera nella quale aveva lavorato per oltre venti anni e che in quel momento non disponeva più del posto in organico. A quel punto Milly Giaccone si è trovata senza pensione e senza stipendio. Solo pochi mesi fa, dopo una grave malattia, era morta sua figlia di soli 12 anni, Giorgina.

La signora Giaccone si è quindi ritrovata in una condizione difficilissima insieme all’altro suo figlio minorenne. Dopo una sequela di ricorsi che non hanno ottenuto alcun esito si è svolta anche una manifestazione in suo sostegno intrapresa dall’associazione nazionale familiari vittime di mafia, dall’associazione Feriti e vittime della criminalità e del dovere insieme al Centro Studi Paolo Giaccone, di cui Milly è uno dei soci fondatori. E proprio il Centro Studi Paolo Giaccone si è fatto promotore di una battaglia finalizzata a restituire giustizia e dignità ad una famiglia fin troppo segnata dal dolore (con tanto di raccolta fondi per aiutarla economicamente). Poche ore fa è arrivata la notizia che sarebbe dovuta giungere molto tempo prima. “Oggi, una battaglia è stata vinta – ha detto Luigi Furitano, socio fondatore del Centro Studi –  e di questo ringraziamo l'assessore Lucia Borsellino e i vertici dell'azienda Opedaliera Villa Sofia, ma la strada è ancora lunga per ristabilire una situazione che riguarda tutti i familiari di vittime di mafia, ovvero l'equiparazione dei diritti. Inoltre non smetteremo di lottare finché il certificato del 1983 del Ministero che dichiarava il professore Paolo Giaccone vittima di terrorismo mafioso, non verrà ripristinato. Uno status acquisito, non può essere annullato da nuove leggi o regolamenti”.

A Milly Giaccone e a suo figlio Toti il forte abbraccio di tutta la redazione di Antimafia Duemila

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