Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

graviano-giuseppedi Aaron Pettinari - 9 novembre 2011
Ieri, per la prima volta nella storia, due boss mafiosi sottoposti al regime di carcere duro, hanno chiesto di costituirsi parte civile in un processo per mafia. Si tratta dei fratelli Benedetto e Giuseppe Graviano, capimafia storici della famiglia di Brancaccio.


E' accaduto durante l'udienza che si è svolta davanti al gip Francolini nell'ambito del processo che vede come imputati il pentito Gaetano Grado e Totò Riina per undici omicidi di mafia commessi tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta. È stato proprio Grado ad autoaccusarsi dei delitti, tra cui c'è anche quello di Michele Graviano, il padre di Giuseppe, raccontando i fatti ai pm.
Secondo le rivelazioni del pentito i primi ad essere uccisi in quegli anni furono tre ragazzi ventenni: Tommaso Santoro, Francesco Paolo Morana e Giuseppe D’Amore, il 4 agosto 1973, solo perché avevano fatto troppo chiasso in un ristorante e avevano risposto in malo modo ad un uomo di Cosa nostra. Sempre quel giorno furono strangolati anche altri due giovani. Continuando ad elencare i suoi omicidi Grado ha detto che il 12 novembre 1983 è stato ucciso Salvatore Zarcone, poi il 12 luglio 1988 tocca a Pietro Messicati Vitale, un anno dopo, nel 1989, a Casteldaccia, cadono il 29 marzo e il 14 aprile rispettivamente Francesco Baiamonte e Antonino Aspetti. Il 9 maggio, a Palermo è la volta di Domenico Russo. Il pentito ha anche parlato dei propri complici, molti dei quali uccisi a loro volta come Saro Riccobono, Antonino La Rosa e Stefano Giaconia. Quindi, il 7 gennaio 1982, cadde anche Michele Graviano, che era dalla parte dei corleonesi, ammazzato dalla cordata dei perdenti della seconda guerra di mafia.
Il capo dei capi, Totò Riina, nello specifico accusato di aver preso parte a due dei 14 omicidi contestati a Grado, quello di Antonino Tarantino e Alfredo Dispenza, ha annunciato che chiederà di essere processato col rito abbreviato. Analoga istanza, non formalizzata ancora per un difetto procedurale, è stata fatta anche dal collaboratore di giustizia.  
Oltre ai Graviano hanno chiesto di essere ammessi come parti civili al processo gli eredi di Domenico Russo, ucciso nel 1989 e quelli di Salvatore Zarcone. Il capomafia Giuseppe Graviano ha inoltre chiesto di potersi costituire parte civile anche per il figlio minorenne ma sull'istanza il giudice si è riservato di decidere. Respinta, invece, la richiesta dei boss di Brancaccio di assistere in video conferenza dal carcere al processo da parti civili in quanto la legge consente la partecipazione a distanza solo ai pentiti e agli imputati. Il processo è stato quindi rinviato al 16 gennaio prossimo. Tuttavia questa azione messa in atto dalla famiglia Graviano apre a nuove riflessioni così come era accaduto dopo il confronto con un altro pentito, Gaspare Spatuzza. Allora non aggredirono verbalmente l'ex boss e rifiutandosi di parlare non esclusero di poter essere sentiti in futuro, qualora fossero migliorate le proprie condizioni di salute. Un'anomalia in Cosa Nostra, sempre pronta a dare degli infami ai pentiti e a chiudersi nei silenzi. Oggi tornano a stupire costituendosi parte civile in un processo di mafia. Che sia finita un'epoca?


ARTICOLI CORRELATI


- Maggiani Chelli: "I Graviano parte civile a processo? Saranno ammessi anche al fondo per vittime di mafia?"

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos