“Due miti viventi del giornalismo sulla mafia, la loro storia rimanga monito per tutti”
“Una delle pagine più vergognose della storia giudiziaria: un mandato di cattura per mettere a tacere la stampa libera”. Ha commentato così, in un post su Facebook, il consigliere togato Sebastiano Ardita, l’arresto, avvenuto nel lontano marzo del 1988, dei due giornalisti Attilio Bolzoni e Saverio Lodato. L’accusa era di aver pubblicato le rivelazioni del pentito Antonino Calderone, violando il segreto istruttorio (entrambi furono poi assolti nel 1991 dall'accusa di peculato e amnistiati per quella di rivelazioni del segreto istruttorio). Secondo il magistrato Catanese “le dichiarazioni di Calderone che pubblicarono, riguardavano molti fatti gravi ma non tutte - e in special modo quelle su cosa nostra catanese - vennero all’epoca sviluppate”. “Oggi - scrive Ardita - Attilio Bolzoni e Saverio Lodato sono due miti viventi del giornalismo sulla mafia e la loro storia deve rimanere un monito per tutti. Mi sento onorato della loro amicizia - ha aggiunto - ma li considero anche punti di riferimento ideali e culturali”. “Arrestare, mettere sotto processo, diffamare, isolare chi cerca la verità è uno dei più grossi crimini istituzionali che si possa commettere in una democrazia. In tutti i luoghi, in tutte le funzioni, in tutti i mestieri”, ha concluso.
Tratto da: facebook.com