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Intervistato da La Stampa, l’ex presidente del tribunale di Palermo commenta la riforma di Nordio

“Le intercettazioni sono utilissime e abolire l'abuso d'ufficio rende l'Italia un'anomalia in Europa con effetti criminogeni, ma sono ancora fiducioso nel dialogo”. A dirlo è stato Antonio Balsamo, già presidente del Tribunale di Palermo nonché magistrato di Cassazione dopo anni di incarichi internazionali (anche in ambito Onu per le convenzioni internazionali su criminalità organizzata e corruzione), intervenuto ieri sulle pagine de La Stampa. Rispondendo alle domande di Giuseppe Salvaggiulo, Balsamo ha commentato la riforma del Guardasigilli Nordio. Non poche le critiche e i timori del magistrato. In particolare in merito all’abuso d’ufficio, reato poco considerato all’estero “perché si dà per scontato che occorra una forma di repressione penale di quello che nei trattati viene definito abuso di funzione”. Se abrogato, “l'Italia diventerebbe un'anomalia - ha aggiunto Balsamo -. Il che sarebbe per lo meno singolare, visto che siamo considerati un modello nella lotta alla corruzione”. Secondo il magistrato, più che un’abolizione sarebbe più opportuna una “riformulazione”. Perché, considerando il parere dei sindaci - molti dei quali considerano giusta la riforma proposta da Nordio -, “l'attuale formulazione del reato ha dato prova negativa. C'è una sproporzione vistosissima tra indagini e condanne. Un risultato finale irrisorio a fronte di un'ansia terribile per gli amministratori”. L’abolizione rappresenterebbe “un salto all'indietro, manifesta una visione limitata”, ha continuato Balsamo. Stesso discorso per il traffico di influenze illecite. “si può riformulare, ma non condivido la depenalizzazione del millantato credito, un reato che esiste dal 1930”. Dall’altra parte c’è il pericolo, secondo alcuni addetti ai lavori, di imbattersi in alcune sanzioni Ue. Ma Balsamo ha assicurato: “Sono fiducioso che questo scenario si possa evitare. C'è ancora tempo per soluzioni più meditate. Lavoriamo in parallelo con l'iter della direttiva Ue. Non possiamo fare a meno di certi reati, mentre in Europa questo diventa un tema fondamentale. Provocheremmo una crisi di credibilità dello Stato, con effetti criminogeni”. Ultimo tema affrontato dal magistrato è stato quello delle intercettazioni. Balsamo è stato uno dei primi a difendere questo strumento investigativo da quando il Guardasigilli aveva starnazzato - nelle prime settimane di governo - la volontà di ridurre le intercettazioni. “Sono fondamentali, specie oggi che le comunicazioni nelle organizzazioni criminali sono sofisticate - ha detto -. Piuttosto, occorre adeguarsi alla contemporaneità. In un processo in Cassazione ho visto che le organizzazioni del narcotraffico comunicavano tra Italia e Sudamerica accedendo alla cartella "bozze" di una medesima casella di posta elettronica”. Oggi, ha continuato Balsamo, il problema non è l’intercettazione in sé, ma “la tutela della privacy è un grosso problema”. In Italia abbiamo una riforma (Orlando) “tarata sulle intercettazioni tradizionali. Ma oggi ci sono nuove forme di captazioni. Basta sequestrare il cellulare per radiografare la vita privata di una persona, anche indietro di decenni. Eppure la legge considera le chat come semplici documenti, non come intercettazioni”. Ecco, dunque, la proposta coadiuvata assieme al procuratore nazionale antimafia Melillo di “introdurre un principio di proporzionalità e di creare una tutela omogenea, estendendo l'archivio riservato anche agli mezzi investigativi intrusivi”. Sui costi? “Proverei a internalizzare le intercettazioni, oggi affidate a ditte esterne, con problemi di costi, sicurezza e affidabilità non trascurabili”, ha risposto Balsamo.

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