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Il ministro Carlo Nordio, ieri nel corso di un question time alla Camera, ha annunciato che il pacchetto di riforme sul tema giustizia sarà presentato entro fine mese al Consiglio dei ministri.
Le novità sono sostanzialmente due: la carcerazione preventiva deve diventare “l’eccezione dell’eccezione” e una ulteriore stretta alla pubblicazione di intercettazioni e atti segreti, fatto già disciplinato dall’articolo 114 del Codice di procedura penale e dal 684 del Codice penale che prevede la sanzione dell’ammenda.
Potrebbero esserci quindi pene più dure per il giornalista che – per diritto di cronaca – pubblica quegli atti e per le fonti. “Abbiamo posto in rilievo la fondamentale necessità di rivedere completamente la disciplina della segretezza degli atti istruttori, e in particolare delle intercettazioni”, ha detto ieri Nordio.
Il quale ha spiegato di aver constatato “durante i 40 anni di esercizio della magistratura, che la violazione risiede in parte nella ambiguità delle norme stesse, sulla differenza tra la segretezza e la non pubblicazione, e in parte dal fatto che non si è mai individuato l’autore della diffusione di questi atti coperti da segreto" ha detto Nordio il quale fa sapere che “dal 2020, cioè con la nuova legge, non abbiamo registrato alcuna violazione della privacy” per quanto riguarda la pubblicazione delle intercettazioni, come aveva dichiarato Pasquale Stanzione, presidente dell’Autorità garante per la privacy intervenuto in commissione Giustizia al Senato durante l’indagine conoscitiva sulle intercettazioni avviata da qualche settimana dalla commissione presieduta da Giulia Bongiorno.
In brevissimo tempo, dunque, verrà presentato un “progetto di rimodulazione procedurale sulla competenza all’emanazione dell’ordinanza di custodia cautelare che fissa la custodia preventiva”. L’idea, ricordiamo, è di far valutare le richieste di custodia cautelare non più al singolo giudice (tranne per alcuni casi come l’arresto in flagranza), ma a un organo collegiale come il Tribunale del Riesame.
Una richiesta che aggraverà ulteriormente il problema della carenza di personale nei tribunali.

Foto © Imagoeconomica

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