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Di Matteo e Ardita si oppongono allo slittamento

E' stata rinviata di una settimana la discussione del plenum del Consiglio superiore della magistratura sulla delibera con cui un gruppo di togati ha chiesto di assegnare alla prima commissione il compito di stabilire "indirizzi di riferimento" nella trattazione dei fascicoli, circa un centinaio, aperti nei confronti di magistrati in relazione alle chat con l'ex magistrato Luca Palamara, da giorni tornato al centro del dibattito pubblico dopo la pubblicazione del libro scritto con Alessandro Sallusti, "Il Sistema-Potere, politica, affari: storia segreta della magistratura italiana" (edito da Rizzoli).
Era previsto per oggi il voto sulla delibera formulata dai togati di Magistratura indipendente Antonio D'Amato, Paola Braggion e Loredana Miccichè, di Unicost Michele Ciambellini e Concetta Grillo, e dall'indipendente Carmelo Celentano, che hanno chiesto al Comitato di presidenza di assegnare alla prima Commissione "il compito di formulare i propri indirizzi in riferimento alla trattazione dei procedimenti connessi agli atti trasmessi dalla Procura della Repubblica di Perugia il 22 aprile 2020", indirizzi da sottoporre poi "alla definitiva approvazione dell'assemblea plenaria".
Però, su richiesta del consigliere laico Alberto Benedetti, che ha sottolineato la necessità di "approfondimenti", l'esame della delibera è stato infatti rinviato alla prossima settimana.
A favore della proposta hanno votato in 12, con solo 3 consiglieri contrari: i togati Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo ed il laico Emanuele Basile. Nove, invece, gli astenuti.
Fortemente contrario al rinvio è stato proprio Di Matteo. "Noi abbiamo l'esigenza di prendere una decisione che sia anche veloce - ha detto nel suo intervento - Qualsiasi altro rinvio potrebbe rallentare o creare in futuro delle incertezze e degli equivoci che non dobbiamo permettere, ed anzi dobbiamo evitare. La questione posta è chiarissima, e non deve essere ulteriormente specificata, la sede del confronto è questa. Noi ci dobbiamo confrontare qui e non attraverso incontri personali, riunioni di gruppo, tra gruppi o colloqui informali. La proposta è questa e già involge un tema importante e cioè se si possono delineare in Prima commissione e prospettare al Plenum e approvare nel Plenum, degli 'indirizzi di riferimento'. Noi oggi siamo in condizione di confrontarci qui se questo è proceduralmente retto o opportuno. Ma l'esigenza del rinvio io non la colgo".
Il Csm ha poi deciso diversamente.

Foto © Imagoeconomica

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