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"Questa riforma sta stravolgendo completamente il codice di procedura penale perché si sta creando una figura del giudice delle indagini preliminari sempre più simile a quella del vecchio giudice istruttore... Il Gip parteciperà a veri e propri atti investigativi. Nell'ultimo periodo prima si è passati dai tabulati, adesso con le chat. E si attribuiscono sempre maggiori poteri al giudice che non è semplicemente l'organo che da l'autorizzazione, ma partecipa pienamente all'attività di selezione.Poteri che certamente non sono di per sé discutibili ma che rappresentano un cambiamento di rotta di quello che è il codice. Il pm è sempre meno il dominus delle indagini. E questo è un cambiamento rilevantissimo". Lo afferma Raffaele Cantone, procuratore capo di Perugia in un'intervista a 'Il Fatto Quotidiano'. "Io sono tendenzialmente contrario a questa riforma, ma bisogna ammettere che è il precipitato di una serie di cose che sono avvenute - ha aggiunto Cantone - Questo perché nel momento in cui si è deciso che bisogna avere l'ok del giudice per autorizzare i tabulati che sono in assoluto il dato più freddo del meccanismo telefonico, diventava difficile non prevedere un intervento sull'acquisizione delle chat. Il punto è che così come declinato questa riforma è farraginosa e finisce per creare una serie di problemi dal punto di vista dell'applicazione, con continui interventi del giudice con norme molto complicate".
E sulle limitazioni che si vogliono porre sulle chat, precludendo l'utilizzo di tutte quelle prove scovate mentre si indaga su altro ha aggiunto: "Applicare l’articolo 270 del codice di procedura penale anche alle chat non ha senso. Perché si tratta di documenti e ne stravolgerebbe proprio la natura. Facciamo un esempio: se nelle chat si trova la prova della corruzione questa non la si può utilizzare. È uno stravolgimento delle regole. Le chat restano un documento al pari di un documento sequestrato in un ufficio comunale".

Foto © Imagoeconomica

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