L'intervento dell'ex procuratore generale di Palermo alla mostra in memoria di Giacomo Matteotti
"Siamo in un momento storico particolare in cui la nostra democrazia è sotto attacco, anche nel suo pilastro fondamentale, la nostra Costituzione, che nasce dall'antifascismo. E questa mostra dedicata a uno dei padri ideali della nostra Costituzione ci racconta come la democrazia, che sembra essere una conquista definitiva, è invece, soprattutto in questo Paese, una conquista sempre a rischio e reversibile. Matteotti fu ucciso perché si opponeva all'assassino della democrazia liberale".
Sono state queste le parole dell'ex procuratore generale di Palermo e oggi senatore Roberto Scarpinato durante la visita alla mostra allestita in occasione del centenario della morte del deputato e segretario del Partito Socialista Unitario Giacomo Matteotti, figura centrale per la storia del '900.
Fu assassinato il 10 giugno 1924 dai fascisti a causa delle sue denunce sui reati commessi dalla dittatura di Benito Mussolini. Il corpo fu ritrovato circa due mesi dopo l'omicidio, il 16 agosto 1924.
"I magistrati che indagavano su di lui - ha detto Scarpinato - furono privati della possibilità di proseguire le indagini per evitare che arrivassero i mandanti politici. Questa maggioranza voleva riportare indietro l'orologio della storia, ricondurre la magistratura sotto il controllo del potere politico così come era ai tempi del fascismo. Capire da dove veniamo, ci può aiutare a evitare di ritornare in un triste passato".
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