Il caporedattore di ANTIMAFIADuemila parla della nascita di Forza Italia, l’inizio della Seconda Repubblica e molto altro
“Imprenditori, magistrati, funzionari di polizia, preti, giornalisti, ma anche donne e bambini, Cosa nostra non ha mai fatto distinzioni di ruolo quando ha ucciso persone innocenti”. Lo ha ribadito il caporedattore di ANTIMAFIADuemila, Aaron Pettinari, durante l’ultima puntata di Pulsar, il programma targato Telecittà che, attraverso la con conduzione di Daniela Gregnanin, ha aperto un focus sulla mafia e sulle sue capacità di condizionare le scelte di un paese. Capacità maturate attraverso circostanze e modalità che non sono mai state del tutto chiarite, proprio come nel fallito attentato del 23 gennaio 1994 allo Stadio Olimpico di Roma. “Il fallito attentato allo Stadio Olimpico di Roma è l’ultimo atto relativo al periodo delle stragi, dopo il quale tutto si è fermato. Quel giorno - ha ricordato Pettinari - si sarebbero dovuti colpire centinaia di uomini dell’Arma dei Carabinieri, attraverso una strage clamorosa, che avrebbe segnato ulteriormente uno dei periodi più oscuri della storia italiana”. Non a caso, il fallito attentato allo Stadio Olimpico “segna anche un prima e un dopo nella storia della nostra Repubblica”. Questo evento è ricordato da molti per lo scioglimento delle Camere e l'arrivo di nuovi attori politici che hanno fatto il loro ingresso sulla scena attraverso dei discorsi trasmessi a reti unificate. Contemporaneamente, si creano delle “interlocuzioni tra Cosa nostra e determinati referenti politici”. “Alcuni collaboratori - ha ricordato il caporedattore di ANTIMAFIADuemila - sostengono che alla criminalità organizzata sarebbe arrivato l'ordine di votare un determinato partito politico, Forza Italia. Un partito fondato da Marcello Dell'Utri, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, e Silvio Berlusconi, che secondo le sentenze pagava la mafia”. Si tratta di uno scenario complesso, copioso e intricato, dove gli interessi della mafia si intrecciano spesso con gli interessi di altri attori, e non solo politici. Rilevante è stato il ruolo della massoneria deviata, la cui presenza, spesso sottovalutata, ha influito sulla gestione del potere, sfruttando connessioni e legami per scopi illeciti. Ma anche la capacità della mafia di uscire dalle vecchie logiche di potere, dove coppola e lupara bastavano per determinare le sorti di un paese. Oggi, la mafia ha adottato un profilo decisamente più basso per tutelare nel migliore dei modi i suoi profitti. Sembra che ci sia riuscita e anche bene. “L'Europa - ha spiegato Pettinari - chiede ai vari Stati membri di considerare all'interno del Pil anche il traffico di stupefacenti, di cui la 'Ndrangheta è leader mondiale. Chissà, forse, anche per questo motivo non riusciamo a sconfiggere la mafia”.
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