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In Italia esiste un blocco di destra reazionario che odia la Costituzione e l’ha sempre odiata. Nel tempo ha chiaramente cambiato pelle, gli attori sono diversi e persino le modalità sono cambiate. Non bisogna dimenticare, però, che l'attacco alla Costituzione è passato anche attraverso forme molto violente di terrorismo di massa e stragi”. A parlare è Stefania Limiti, giornalista e scrittrice da poco uscita con “La pretesa del comando. Da Gelli alla destra al governo presidenzialismo e assalto alla Costituzione” (Ed. Paper First), intervistata da Radio Radicale proprio per parlare del suo ultimo libro.

Il libro, scritto assieme a Sandra Bonsanti, “è stato maturato quando la proposta di legge sul presidenzialismo o semipresidenzialismo era ancora in Parlamento, quindi nella scorsa legislatura - ha precisato l’autrice -. Non entriamo quindi nei dettagli giuridici perché non è questo il compito che ci siamo prefissate. L’idea era quella di trovare nella storia repubblicana lo sfondo nel quale comprendere quello che sta accadendo oggi. Ovvero, lo stesso identico attacco del passato ad una Costituzione nata in un clima autenticamente antifascista”.

Per la Limiti la pretesa del comando è insita nel testo del Ddl sul premierato, per esempio, “in cui si torna indietro al rapporto leader-masse, facendo così implodere il sistema costituzionale a favore di un leader che trova il suo consenso nel voto popolare. Un leader che non ha bisogno del confronto. Senza, dunque, la possibilità di essere contrastato”.

Ora “siamo in un'altra fase - ha sottolineato l’autrice -. Vedo nel tentativo di modificare così radicalmente e così brutalmente la Costituzione la volontà di smontare un sistema concepito con al centro un parlamentarismo che consentiva una dialettica continua e permanente”. “Alla base del parlamentarismo costituzionale vi è l'idea dell’inclusione. L’attacco profondo che è arrivato nel corso degli anni torna anche adesso, con questo governo”, ha detto.

Foto © Emanuele Di Stefano

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