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Ci sono anche un episodio di estorsione aggravata dal metodo mafioso e un tentato omicidio, avvenuto ad Altamura, in provincia di Bari, in pieno giorno nel marzo 2022, ai danni di un esponente di rilievo di un clan avverso, nelle indagini dei carabinieri del Comando Provinciale di Bari che, da questa mattina, con il supporto dello Squadrone Eliportato 'Cacciatori Puglia' e del Nucleo cinofili di Modugno, stanno eseguendo ventisette ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese. Nell'ordinanza cautelare vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico di altrettanti indagati. Sono accusati di aver partecipato ad una organizzazione dedita al narcotraffico, riconducibile al clan Annoscia, operante a Noicattaro ma con una propaggine attiva nella città di Altamura.


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Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e condotte dal 2021 ad oggi dal Reparto Operativo - Nucleo Investigativo di Bari, mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, perquisizioni e sequestri vari, hanno raccolto gravi indizi in merito alle attività illecite della componente altamurana del clan Annoscia, in particolare nel settore del narcotraffico. È stata delineata una struttura articolata gerarchicamente e composta da organizzatori, promotori, dirigenti e partecipanti che, grazie al controllo del territorio, riusciva a gestire il mercato degli stupefacenti anche con la disponibilità di armi e munizioni. Significativi, a questo proposito, sono stati i sequestri di stupefacente effettuati dai carabinieri nel corso delle indagini, che hanno consentito di recuperare, complessivamente, circa 90 chilogrammi di droga di vario tipo, tra cocaina, marijuana e hashish. Il sequestro dell'ingente quantitativo di stupefacente è stato eseguito a Molfetta. La droga, secondo quanto accertato dai carabinieri, proveniva da Siviglia, in Spagna, via Milano. L'accusa è di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, estorsione aggravata e tentato omicidio. Gli arresti vengono eseguiti in diverse località della Puglia e della Campania.


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Le indagini patrimoniali condotte dai militari hanno consentito alla Dda di chiedere e ottenere dal giudice per le indagini preliminari il sequestro preventivo di un'abitazione, di un'automobile e di alcuni conti correnti riconducibili agli indagati. Il quadro indiziario raccolto a carico degli indagati è stato condiviso dalla Procura della Repubblica di Bari, che ha avanzato richiesta di emissione di misura cautelare. Il Gip del Tribunale di Bari, accogliendo la richiesta, ha disposto la cattura dei presunti componenti dell'organizzazione, tra cui, alcuni, già detenuti per altra causa. Dopo le operazioni Kairos del 2017, Nemesi del 2019 e Logos del 2021, la Magistratura e i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno raccolto gravi elementi utili a disarticolare un altro agguerrito sodalizio che, da quanto ricostruito, aveva imposto la sua ingombrante presenza ad Altamura e nel territorio murgiano.

Colpito anche figlio di Cavallari, re della sanità privata barese
Nella maxioperazione antidroga eseguita nel barese questa mattina, i Carabinieri hanno arrestato anche Alceste Cavallari, figlio 56enne di FrancescoCicciCavallari, il re della sanità privata barese deceduto a Santo Domingo nel gennaio 2021.
Alceste Cavallari, stando alle indagini, aveva contatti significativi con i narcotrafficanti spagnoli, grazie ai quali sarebbe riuscito ad organizzare l’importazione di sostanze stupefacenti dall’Andalusia verso la Puglia. Assieme ad altre 26 persone è accusato di aver fatto parte del sodalizio che gestiva l’arrivo in Italia e poi lo spaccio di droga nell’area murgiana. Tra questi soggetti anche Giuseppe Annoscia, storico affiliato del clan Parisi di Japigia che aveva esteso le sue attività illecite su Noicattaro e Altamura. A cinque di loro viene contestata l’aggravante di aver agevolato un clan, agli altri reati relativi alla vendita di hashish, cocaina e marijuana. Vari quantitativi di tali sostanze sono stati trovati stamattina nel corso della perquisizione effettuata a casa di Cavallari, nello specifico 3 kg hashish, 70 grammi di cocaina e 60 grammi di marijuana. Anche se a Cavallari non viene l’aggravante, per i pm della Dda Marco D’Agostino e Grazia Errede si tratterebbe di un soggetto “intraneo al clan nell’organizzazione dell’attività illecita”, in rapporti d’affari con Annoscia e i suoi.
Grazie alle indagini è emersa una struttura articolata gerarchicamente e composta da organizzatori, promotori, dirigenti e partecipanti che, grazie al controllo del territorio, riusciva a gestire il mercato degli stupefacenti anche con la disponibilità di armi e munizioni. La droga, secondo quanto accertato dai carabinieri, proveniva da Siviglia, in Spagna, via Milano, sfruttando il canale di Cavallari. E sarebbe stato sempre quest’ultimo ad occuparsi della spedizione tramite pacchi recapitati da corrieri. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati, complessivamente, circa 90 chilogrammi di droga di vario tipo, tra cocaina, marijuana e hashish. Infine, risulterebbero gravi indizi di colpevolezza relativamente ad un episodio di estorsione aggravata dal metodo mafioso e al tentato omicidio di Michele Loiudice, figlio del boss Giovanni, già condannato per l’omicidio del capoclan Bartolo D’Ambrosio e oggi divenuto collaboratore di giustizia. Un episodio che risale a marzo 2022, ad Altamura

In foto di copertina da sinistra: la pm Grazia Errede, il procuratore capo di Bari, Roberto Rossi e il sostituto procuratore della DDA, Marco D'Agostino © Imagoeconomica

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