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Con un comunicato stampa l’Associazione Antimafia Rita Atria e la testata de LeSiciliane hanno voluto fare alcune precisazioni rispetto al servizio andato ieri in onda sul TG1 delle 20. "Il tutto - scrivono - nasce da un lavoro collettivo di ricerca, analisi e scrittura che porterà alla pubblicazione di un libro sulla storia di Rita Atria la giovane testimone di giustizia che collaborò col giudice Paolo Borsellino.

Una storia crudele che vede al centro una minorenne privata della sua fanciullezza.

La Storia di Rita Atria, come testata giornalistica LESICILIANE e Associazione Antimafie Rita Atria in questi anni, l’abbiamo raccontata e ricordata attraversando non solo l’aspetto emotivo ma soprattutto studiando e cercando di superare le delusioni, le paure e perché no? i tradimenti. La non fiducia nei nostri confronti - rappresentanti una antimafia poco istituzionale, una antimafia spettinata ci disse qualcuno che ci è molto vicino".

E poi ancora: "Da parecchi anni l’Associazione Antimafie Rita Atria e la testata giornalistica LESICILIANE si è deciso insieme di non affidarci più alla narrativa fin qui offerta da diversi libri e di scrivere un libro sulla vera, scomoda storia della ragazzina di Partanna. Basta con i vari credo di aver visto... ho saputo da... partecipato con... Abbiamo cercato, osservato, studiato, ascoltato. Abbiamo superato le nostre timidezze e abbiamo dato corso alle nostra esigenza di Verità e Giustizia.

Siamo scesi in pista.

Siamo entrati negli archivi angusti e polverosi (poco frequentati) delle procure e abbiamo iniziato a leggere, ricostruire...

Quella di Partanna negli anni '80, '90, era una mafia importante, feroce crudele e molto vicina alla mafia che contava, decideva, uccideva. Condizionava. Una mafia sottovalutata e messa sempre ai margini nei racconti delle grandi testate. Nelle testimonianze altolocate.

Un contesto che avvalora ulteriormente il coraggio di Rita Atria. Ma anche di Piera Aiello e qualcun'altra che decise di testimoniare”. Ed infine concludono: "Il libro che suggellerà il trentesimo anniversario della morte della ragazza di Partanna nasce dall’esigenza, dopo quasi trenta anni di memoria attiva e lotte per onorarne la memoria, dalla voglia di raccontare il vero contesto storico d Partanna, negli anni in cui Rita lì è vissuta, respirandone gli odori mafiosi e del malaffare.

Un Grazie immenso al Tribunale e alla procura di Marsala, grazie a tutti , dalla Presidente del Tribunale al Procuratore; funzionarie e funzionari, direttrici e direttori, dipendenti tutti, senza il loro lavoro di accoglienza, cura e ricerca non avremmo raggiunto questi risultati. Quei faldoni avrebbero scoraggiato chiunque. Quelle cassette audio così datate soprattutto dal punto di vista della tecnologia, così delicate e precarie non avrebbero preso consistenza, ma dietro la cura di ogni singolo millimetro alla fine anche i nastri hanno deciso di sbloccarsi e tornare a girare".

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