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polizia arrestodi AMDuemila
Arresti nel foggiano

Ieri mattina un'operazione di polizia ha disarticolato nel foggiano un gruppo criminale ritenuto dagli investigatori collegato alla consorteria mafiosa garganica del clan dei 'Montanari'. Gli agenti delle squadre mobili di Foggia e Bari e del Servizio centrale operativo, coordinati nelle investigazioni dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, hanno eseguito otto misure cautelari. L'indagine, chiamata 'Stirpe criminale' in ragione della caratura criminale e degli importanti legami di parentela di uno degli esponenti di vertice con l'organizzazione criminale, ha permesso di accertare il monopolio del gruppo nella gestione di droga nell'intera città di Manfredonia (Foggia) e dello smercio di consistenti quantitativi di stupefacenti destinati a rifornire le piazze della 'movida' della città, occupando anche punti strategici con esponenti del gruppo. Tra le persone raggiunte dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere anche Francesco Pio Pacilli, 22 anni, figlio del noto Giuseppe Pacilli detto 'Peppe u Montaner" elemento di spicco del clan dei Li Bergolis, catturato nel 2011 dopo due anni di latitanza e condannato per i reati di associazione di stampo mafioso. Ma le manette sono scattate anche per Libero Caputo di 41, Matteo Caputo di 20, Salvatore Pacillo di 55, Ciro Pacillo di 21 e Valentino Conoscitore di 46. Arresti domiciliari invece, per Antonio Guerra di 38 anni e Raffaele Quitadamo di 22. Dalle indagini è emerso che Libero Caputo, imprenditore manfredoniano operante nel settore dell'abbigliamento, e Francesco Pio Pacilli gestivano direttamente acquisti di importanti forniture di droga, sfruttando le relazioni con altre consorterie criminali presenti sul territorio. Secondo gli inquirenti si avvalevano di una rete di spacciatori a cui i due imponevano precise regole. Le investigazioni hanno riguardato il periodo di tempo compreso tra settembre-dicembre 2017, nel corso del quale sono stati sequestrati complessivamente due chili di hashish. Due le piazze di spaccio: "piazzetta Mercato" e zona "Monticchio". Gli investigatori hanno anche accertato che in più di una circostanza gli indagati si sono riforniti di hashish spostandosi verso Cerignola (Foggia).
Pacilli e Liberto Caputo, inoltre, per liberarsi dalle attenzioni rivolte loro dalle forze di polizia, avrebbero incendiato l'auto di un carabiniere, "reo - ha spiegato il dirigente della squadra mobile di Foggia, Roberto Pititto - di svolgere brillantemente il proprio lavoro investigativo". Successivamente i due - emerge dalle indagini - sarebbero anche arrivati a formalizzare una denuncia per atti persecutori nei confronti dello stesso militare per allentare i frequenti controlli di polizia. "Nell'ultimo mese e mezzo abbiamo assestato durissimi colpi criminalità comune ed alla criminalità organizzata nelle quattro macro aree della provincia di Foggia - ha detto il questore di Foggia Mario della Cioppa". "Abbiamo effettuato 70 arresti complessivi ed è in atto - ha aggiunto il questore - un intervento di sistema che stiamo svolgendo come Polizia di Stato insieme ad altri partner istituzionali, ovvero Prefettura, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza oltre alla Procura dauna e alla Direzione distrettuale antimafia di Bari".

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