Assunzioni pubbliche per i primi testimoni di giustizia in Sicilia
di Francesca Mondin - 9 aprile 2015
Passo storico per i testimoni di giustizia, firmati in mattinata i primi 13 contratti di assunzione presso la pubblica amministrazione della regione Siciliana.
“Le firme di oggi rappresentano per la Sicilia un grido a favore della vita e contro i soprusi e le ingiustizie della mafia - ha detto soddisfatto Ignazio Cutrò, presidente dell’Associazione nazionale testimoni di giustizia - Oggi la mafia ha perso, abbiamo vinto noi e questo per gli imprenditori siciliani è un enorme stimolo a denunciare le mafie”.
La legge infatti è stata pensata, voluta e spinta proprio dall’associazione che si è impegnata in questi anni perché venisse proposta e approvata a livello istituzionale. Quando un imprenditore denuncia i suoi estorsori, nella maggior parte dei casi, diventa impossibile continuare a lavorare e “il testimone di giustizia è condannato ad una vita di insicurezze e stenti”. Tanto più se decide di rimanere nella sua terra, dove la mafia fa terra bruciata attorno alla sua azienda. “Assumere queste persone nella pubblica amministrazione rappresenta un enorme segnale di riscatto - ha spiegato Cutrò – Oggi è stato dato il via ad un vero percorso di cambiamento, è stata superata l’antimafia parolaia e si è finalmente passati ai fatti!”. Il percorso che ha portato a questo risultato infatti non è stato facile per l’associazione e non sono mancate le manifestazioni di protesta dei testimoni di giustizia quando venivano percepiti eccessivi rallentamenti burocratici. “Il nostro sacrificio per liberare la nostra terra da Cosa Nostra ha avuto il pieno sostegno del Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, del Presidente dell'Ars Ardizzone e di tutte le istituzioni regionali- ha però dichiarato il presidente dell’Associazione nazionale testimoni di giustizia- attendo con piena e rinnovata fiducia l’inserimento lavorativo dei restanti testimoni di giustizia” . I 35 rimanenti infatti saranno chiamati a firmare i contratti d’assunzione il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta.
I prossimi obbiettivi
Un importante punto nella storia dell’antimafia che segna però solo l’inizio della tutela ai testimoni di giustizia che hanno enormi difficoltà a far ripartire l’azienda dopo le denunce. Un caso emblematico è quello dello stesso Ignazio Cutrò che dopo anni di sacrifici e stenti ha dovuto chiudere la sua impresa per fallimento perché oltre a perdere tutti i clienti a seguito delle denunce per problemi e rallentamenti burocratici non ha potuto nemmeno accedere ad alcuni lavori nel settore pubblici. “Dobbiamo arrivare a una legge nazionale che crei una 'white list' delle imprese che denunciano la mafia a cui riservare alcuni appalti – ha infatti evidenziato Crocetta - Spesso accade che chi ha denunciato non viene chiamato, con una white list gli imprenditori coraggiosi sarebbero tutelati”. Inoltre il decreto sull’assunzione nella pubblica amministrazione dei testimoni di giustizia è stata applicata solo in Sicilia a livello regionale: “Il viceministro Bubbico dice che ci sono problemi di finanziari – ha concluso Cutrò- per me nella lotta alla mafia non può esistere la crisi e quindi la lotta dell’Associazione nazionale testimoni di giustizia continuerà per far applicare la legge a livello nazionale”.
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