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di matteo nino c ansa 191213di AMDuemila - 19 dicembre 2013
Il pg della Cassazione, Gianfranco Ciani ha chiesto il proscioglimento per il pm di Palermo Nino Di Matteo (foto) nei cui confronti era stata avviata l’azione disciplinare per aver rivelato in un’intervista l’esistenza di telefonate tra il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Nicola Mancino intercettate nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia.
L'intervista “incriminata” era stata rilasciata il 22 giugno 2012 al quotidiano “Repubblica”, nei giorni successivi in cui emersero le notizie sulle intercettazioni tra Mancino ed il Quirinale, in particolare tra l'ex ministro degli Interni ed il consigliere giuridico del Capo dello Stato, Loris D'Ambrosio.
Secondo l'accusa Di Matteo, con quell'intervista avrebbe compromesso “il diritto alla riservatezza del capo dello Stato” quando, in realtà, la notizia della esistenza delle telefonate del Presidente era già presente sulla stampa da giorni. Il sostituto procuratore di Palermo, pur confermandone l'esistenza ha smentito che le stesse conversazioni fossero rilevanti per le indagini. Quindi alla domanda della giornalista su cosa avrebbero fatto delle registrazioni che erano nel processo, il magistrato aveva risposto: “Noi applicheremo la legge. Quelle da distruggere verranno distrutte, quelle da trascrivere verranno trascritte”.

Adesso il procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani, al termine dell’indagine disciplinare che aveva avviato nei mesi scorsi nei confronti del magistrato siciliano, ha chiesto il non luogo a procedere. Richiesta che dovrà ora essere vagliata dalla sezione disciplinare del Csm. Richiesta di proscioglimento c’è stata anche per il capo della Procura di Palermo, Francesco Messineo, finito sotto inchiesta disciplinare per non aver segnalato ai titolari dell’azione disciplinare la condotta di Di Matteo. La richiesta di non luogo a procedere è stata firmata stamattina dal pg di Cassazione: stando a quanto si è appreso, gli accertamenti svolti, con l’audizione di alcuni testimoni, hanno portato alla conclusione che Di Matteo non può essere accusato di un illecito disciplinare poiché la notizia di intercettazioni riguardanti il capo dello Stato era già stata diffusa da alcuni organi di stampa il giorno prima dell’intervista rilasciata dal pm.

Foto © ANSA

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