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Un libro per fare memoria, ma comprendere anche il tempo presente

E' stato presentato ieri pomeriggio alla sala Rossa dell'Ars "Sangue Innocente" (Edizioni Leima) l'ultimo libro di I.M.D., acronimo con cui si firma il poliziotto in incognito della Squadra mobile di Palermo, già autore di pubblicazioni di rilievo come Catturandi o "100% sbirro (solo per citarne alcuni), che permettono di far conoscere al cittadino il duro lavoro, nonché le scelte difficili, che spesso si trova ad affrontare chi è impegnato in prima linea nella sicurezza, nella tutela dei cittadini, nelle indagini contro le organizzazioni criminali e così via.
In questa nuova avventura del Commissario Mario Castrogiovanni (protagonista in tutte le pubblicazioni) si raccontano le vicissitudini del Vice Questore in attesa di notifica, quando viene trasferito in un piccolo ma dinamico comune Ligure.
La presentazione ha visto la partecipazione di Giuseppe De Blasi, segretario dell’Associazione funzionari di polizia, Luigi Lombardo, Segretario Regionale Generale del Sindacato Italiano Appartenenti Polizia SIAP, ed il vice presidente della Commissione Regionale antimafia Ismaele La Vardera.


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Tutti hanno evidenziato il merito dell'autore che con ironia e semplicità, mostra un mondo che spesso viene bistrattato. Non solo. Vengono ricordati una lunga serie di fatti che hanno messo a ferro e fuoco il nostro Paese, come le stragi, di cui purtroppo ancora non si hanno verità complete. 
Dal dopoguerra in poi, Milano, Brescia, Genova, Firenze, Napoli, Palermo sono state teatro di attentati di anarchici, brigatisti rossi e fascisti neri. È in questo contesto che nasce e si sviluppa la nuova indagine di Castrogiovanni. E lungo il percorso viene descritto il difficile lavoro della Digos, dell'intelligence, ma anche quella linea sottile che ogni volta viene messa a dura prova quando c'è una manifestazione. Il diritto di esprimere il proprio pensiero (anche il dissenso) esiste, così come la necessità di garantire la sicurezza pubblica. E nel libro si affrontano le criticità partendo dal presupposto che si fa di tutto per evitare il corpo a corpo e lo scontro. 
Ma non c'è solo questo. Sfogliando le pagine il filo conduttore di eventi che si susseguono mettono anche in luce quei rapporti opachi tra amministrazioni, una certa politica e quei poteri deviati ed occulti che comunque restano sullo sfondo di troppe mancate verità. 


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Così come si legge nel retro copertina: "Ciò che appare non è mai quello che è: un incidente stradale nasconde un sordido delitto che rischia di portare il Paese intero sul punto di una guerra civile. Un Paese nel quale le parti sono aizzate da oscuri burattinai che sono solo la punta dell’iceberg di un nemico globale, una volta in camicia nera e adesso in cappuccio bianco". 
Alla fine resta una certezza. Il Commissario Castrogiovanni di turno, assieme a uno sparuto, ma formidabile gruppo di poliziotti, può riuscire ad evitare una terribile strage e risolvere più di un rompicapo. Ma se si vuole arrivare ad un cambiamento è necessaria una presa di coscienza ed un impegno da parte di tutti.
Come ha detto l'autore: "Io non sono sicuro che il pericolo di una strumentalizzazione delle piazze e delle masse, o di spingere i ragazzi e le persone v... sia del tutto passato. E il pericolo di una bomba c'è sempre. 
E io comprendo che chi dirige ha questa rogna di gestire situazioni complesse, ma è anche vero che noi cittadini dobbiamo fare la nostra parte, cercando di non farci prendere in giro, cercando di essere informati, cercando di essere attivi. Abbiamo lasciato far politica a cosiddetti 'professionisti della politica', inteso in modo negativo. Ci vogliono 'passionali della politica' che la interpretano come qualcosa che sia al servizio del cittadino, per il bene comune. Così come io intendo anche l'essere poliziotto. Il sentimento che deve guidarci".

Foto © ACFB

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