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Gratteri: “Indagine importante che si è avvalsa del supporto di Eurojust, Europol e Interpol”. Tra gli arrestati un narcotrafficante greco evaso da Rebibbia

La Dda di Catanzaro ha inferto ieri un duro colpo a un'associazione dedita al traffico di droga avente base operativa in provincia di Cosenza, ma ramificata anche in Germania. Nove le persone arrestate in Belgio nell’ambito dell’operazione 'Gentleman 2'. L’inchiesta si srotolata in Italia e in altri Paesi dell'Unione Europea, portando i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, con la collaborazione del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico), delle Forze di Polizia della Germania e del Belgio, il supporto di Europol, unitamente alla rappresentanza Italiana di Eurojust, a dare esecuzione all'ordinanza applicativa di misure cautelari emesse dal Gip di Catanzaro nei confronti di 25 indagati per associazione finalizzata al traffico di sostanza stupefacente, reati in materia di armi e reati fine in materia di stupefacenti. Contemporaneamente è stata data esecuzione al sequestro preventivo, emesso sempre dal Gip di Catanzaro su richiesta della Dda, di beni per un valore complessivo di 3,8 milioni di euro. Il provvedimento rappresenta l'epilogo di una complessa attività investigativa svolta, a partire dal 2020, dalla ''Squadra Investigativa Comune'' (Sic). La misura cautelare è stata eseguita in Calabria, Germania e Spagna, con l'impiego di oltre 200 finanzieri e con l'ausilio di unità Antiterrorismo e Pronto Impiego, unità cinofile antidroga e della componente aerea della Guardia di Finanza. Contestualmente l'autorità giudiziaria belga ha disposto l'arresto di 9 soggetti.
Le investigazioni si sono sviluppate attraverso attività di indagine di tipo tradizionale, consistente in mirati servizi di osservazione e pedinamento, oltre che attività tecniche con intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, sia sul territorio nazionale che in Germania, nonché l'analisi dei risultati dei sistemi di comunicazione criptata utilizzati dagli indagati. Fondamentale nell'ambito delle investigazioni sono stati gli strumenti della cooperazione internazionale sviluppata, mediante la preziosa opera della rappresentanza Italiana ad Eurojust, attraverso l'istituzione della Squadra Investigativa Comune, strumento di collaborazione tra le Autorità Giudiziarie e le Forze di Polizia, dei vari paesi dell'unione che vi partecipano, che consente, tra l'altro, la partecipazione agli atti investigativi svolti in tutte le giurisdizioni interessate e l'utilizzo diretto dei risultati investigativi in tutti i procedimenti penali instaurati dai vari Stati. L'investigazione e l'esecuzione delle misure cautelari sono stati supportati dalla Rete ''@ON'' finanziata dall'UE (Progetto ''ISF4@ON>'' con Project Leader la Direzione Investigativa Antimafia), e dal progetto ''I-Can'' (Interpol Cooperation Against 'Ndrangheta), avviato nel 2020 sotto l'egida di Interpol, che agevola rapidi scambi di informazioni e il coordinamento di operazioni internazionali per il sequestro di asset finanziari ed economici ovvero per localizzare i soggetti attinti da misure cautelari.
Gli esiti degli articolati e complessi approfondimenti investigativi, accolti nella ordinanza cautelare, hanno consentito di delineare, sul piano cautelare, la gravità indiziaria circa l'operatività di un'associazione, dedita al traffico di sostanza stupefacente, con base operativa in provincia di Cosenza (Cassano allo Jonio, Corigliano Calabro e la sibaritide), ramificata anche in Germania, attraverso l'organizzazione di importazioni di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, eroina e hashish. Contestualmente alle misure cautelari personali, i militari della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione al provvedimento con il quale il Gip ha disposto il sequestro di società, ditte individuali, fabbricati, terreni, autoveicoli e motoveicoli, per un valore complessivo di 3,8 milioni di euro, ritenuto sproporzionato rispetto ai redditi e alle attività economiche svolte da alcuni degli indagati. La gravità indiziaria acquisita a livello cautelare ha riguardato, inoltre, la struttura e il modus operandi di un'altra associazione radicata in Corigliano-Rossano, finalizzata al traffico, sul territorio, di sostanze stupefacenti, in particolare del tipo marijuana e hashish. Il procedimento pende in fase di indagini preliminari. "Un'indagine importante
- ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri - che si è avvalsa del supporto di Eurojust, Europol e Interpol. E la collaborazione con la Direzione centrale servizi antidroga, organismo che ha sede a Roma e che consente di rapportarci con gli altri organismi tra i quali le forze di polizia di Germania e Belgio".


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Nicola Gratteri © Imagoeconomica


Tra gli arrestati un grande narcotrafficante greco evaso da Rebibbia
Tra le persone arrestate nell'operazione 'Gentleman2' c'è anche Nikolaos Liarakos, 47 anni, di origine greca, latitante da 7 anni. L'uomo, ritenuto uno dei vertici dell'organizzazione, è stato catturato in Germania e si era reso protagonista, nell'ottobre 2016, di una rocambolesca evasione dal carcere di Rebibbia. In tre, tra cui Liarakos, si erano calati con delle lenzuola riuscendo così a superare il muro di cinta. Durante una delle perquisizioni è stato anche trovato un foglio manoscritto appartenente a Liarakos - che al momento dell'arresto aveva con sè una pistola con silenziatore - contenente dei conteggi sul prezzo della cocaina da inviare a un sodale. L'uomo, ha spiegato Nicola Gratteri, "ha girato l'Europa e si è poi stabilito in Germania. Ha una condanna definitiva a 27 anni di carcere per narcotraffico e un procedimento in Belgio, sempre per narcotraffico". Nel corso delle attività investigative la Guardia di finanza ha intercettato 50 chili di cocaina provenienti dal Sud America. "Durante le attività di indagine - ha detto il procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Capomolla - sono emersi i collegamenti tra esponenti della criminalità della Sibaritide e soggetti che operavano tra la Germania, il Belgio e sul canale di rifornimento degli stupefacenti dei Balcani". "Oltre ai Balcani, altro canale di rifornimento - ha detto ancora Capomolla - era il Sud America, attraverso un broker di Corigliano che si trovava in Germania e che era in contatto con un soggetto che già in passato era stato in affari con esponenti della criminalità della Sibaritide e che è stato latitante fino ad oggi". "Per anni, pur nello stato di latitanza - ha sostenuto ancora il procuratore aggiunto - ha continuato a occuparsi del traffico internazionale di stupefacenti mantenendo i collegamenti con le nuove leve che hanno preso la gestione del traffico di sostanze stupefacenti per conto delle due cosche di ‘Ndrangheta più significative della Sibaritide". Cosche che, nel corso degli anni passati si sono fatte la guerra, ma che hanno trovato una sorta di pax mafiosa proprio grazie al narcotraffico.

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