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Il sistema era ben congegnato: l'utilizzo, tramite false Onlus, di ambulanze per trasportare emodializzati dietro cui si nascondeva una vera e propria attività d'impresa gestita da noti pregiudicati e trafficanti di droga vicini alla famiglia di corso dei Mille.
E' il quadro emerso nell'inchiesta dei finanzieri del Comando Provinciale di Palermo che nel corso della notte, su delega della locale Procura della Repubblica di Palermo - Direzione Distrettuale Antimafia - Sezione Palermo, in un'indagine coordinata dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Bruno Brucoli e Andrea Fusco, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di sei soggetti.
Si tratta di Pietro Corrao, 63 anni, Saverio Marchese, 55 anni e Salvatore Scavone, 60 anni (i primi due già condannati per traffico di droga con l'aggravante mafiosa, ndr).
Ai domiciliari Beniamino Cusimano, 75 anni, Concetta Teresi 52 anni e Marilena Scalia 48 anni. Corrao, Marchese, Scavone e Cusimano sono accusati di falso e di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di falso, Teresi per associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato e frode nelle pubbliche forniture ed infine Scalia per truffa ai danni dello Stato e frode nelle pubbliche forniture.





Secondo le indagini svolte dal nucleo di polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle la Avel (Associazione Voluntary Emergency Leader), che svolgeva per conto dell'Asp di Palermo il servizio di trasporto emodializzati, che doveva essere una associazione di volontariato, era una attività d'impresa, gestita di fatto da indagati per gravi reati (traffico di droga aggravato dall'agevolazione mafiosa). Dietro la finta Onlus si nascondeva un'impresa con turni di lavoro e stipendi anziché rimborsi, gestita di fatto da Corrao e Marchese.
Per ottenere il rilascio della certificazione antimafia gli indagati avevano fatto carte false, attribuendo formalmente la veste di presidente a Cusimano, che è incensurato.
"In sede di stipula e rinnovo delle convenzioni con l'Asp - dice la Gdf - gli indagati hanno presentato false certificazioni concernenti la natura di Onlus dell'Ente e l'attestazione che quest'ultima fosse amministrata da soggetti immuni da precedenti penali, grazie alle quali Avel ha potuto accedere alle convenzioni pubbliche".
Le indagini hanno colpito anche un'altra associazione per il trasporto degli emodializzati: la “Confraternita di Misericordia”.
Secondo gli inquirenti vi era un "vero e proprio 'cartello' fra i rappresentanti di sette associazioni palermitane che svolgevano il servizio di trasporto emodializzati per conto della locale Asp, capeggiate dalle referenti della Confraternita di Misericordia". "Il patto illecito - dice la Gdf - concretamente attuato tramite la creazione di chat su whatsapp, prevedeva che i diversi partecipanti concordassero di rifiutare il trasporto 'collettivo' dei pazienti, rendendosi disponibili solo al più remunerativo 'trasporto singolo' dei malati, così ingannando l'Asp e provocando un danno alle casse pubbliche".
Entrambi le associazioni palermitane sono state sottoposte a sequestro preventivo dell'intero patrimonio aziendale e al contempo sono state affidate ad un amministratore giudiziario.

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