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sodano-calogeroIl pm: "Era a disposizione di Cosa nostra"
di AMDuemila - 22 luglio 2015
Condanna a 8 anni per l'ex senatore dell'Udc ed ex sindaco di Agrigento Calogero Sodano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. E' la richiesta del pubblico ministero di Palermo Giuseppe Fici, avanzata davanti al Gup Sergio Ziino e giunta al termine di una requisitoria durata tre udienze.
Sodano “è diventato il primo sindaco eletto dal popolo perché la mafia nel 1993 indirizzò i suoi voti su di lui per sconfiggere l’avversario Giuseppe Arnone, candidato di Legambiente di cui era presidente regionale” aveva detto il pm durante la requisitoria nella quale ha ripercorso i suoi anni di sindacatura e gli scontri su vicende di appalti con l'avvocato Giuseppe Arnone, a capo di Legambiente Sicilia e che nel processo si è costituito parte civile insieme all'associazione ambientalista. Sodano è difeso da Nino Mormino e Salvatore Pennica. I legali di Arnone sono Gigi Restivo e Daniela Principato; Federico Melazzo rappresenta l'altra parte civile, Legambiente. Toccata anche la questione delle interferenze della mafia nelle elezioni vinte da Sodano, per le quali Fici ha ricordato le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati, che ha parlato di una riunione nella casa di campagna del boss di Casteltermini, dove trascorreva la sua latitanza Salvatore Fragapane, capomafia provinciale. Fragapane, stando a quanto detto dal pentito, avrebbe dichiarato: "Si vinci chistu Arnuni un putemu manteniri cchiù manu ad Agrigentu, pi travagli e appalti. Arnuni a tutti ni denunzia. A genti è pazza pi iddru" (Se vince Arnone non possiamo più tenere le mani su Agrigento per lavori e appalti. Arnone ci denuncia tutti. La gente va matta per lui). Durante la stessa riunione, secondo Di Gati, il boss Arturo Messina avrebbe raccontato che Sodano "si era messo a disposizione per ogni esigenza di Cosa nostra". In quell'occasione, tra l'altro, si sarebbe stabilito che se Arnone avesse vinto le elezioni Cosa nostra sarebbe intervenuta per mettere in atto il suo omicidio. Secondo il pubblico ministero, Sodano sarebbe stato appoggiato dalla mafia anche alle elezioni senatoriali del 2001, dietro autorizzazione di Maurizio Di Gati. Le prove del fatto che Sodano si era reso disponibile a favorire la mafia vengono individuate da Fici negli appalti truccati del depuratore del Villaggio Peruzzo, di Favara Ovest, dell'appalto Ecoter, dell'appalto della nettezza urbana. Ampio spazio è stato poi dedicato alle dichiarazioni del pentito Giuseppe Tuzzolino, il quale ha parlato di Calogero Baldo (ex assessore di Sodano) che avrebbe impegnato cento milioni di lire per pagare un killer e uccidere Arnone.

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