Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

carabinieri-web34di AMDuemila - 15 dicembre 2014
Roma. Sequestrati beni a famiglia del boss latitante Matteo Messina Denaro nel corso di un blitz dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. L'operazione ha interessato complessi aziendali, attività agricole e commerciali, terreni, fabbricati, autoveicoli e disponibilità finanziarie per un valore di oltre 20 milioni di euro. Coinvolti diversi soggetti, tutti arrestati nel dicembre 2013 in quanto accusati di aver fornito supporto alla latitanza di Messina Denaro e di aver controllato interessi economici a lui riconducibili.

I provvedimenti di sequestro sono stati disposti dalle Sezioni misure di prevenzione dei Tribunali di Palermo e di Trapani, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano. Si tratta di un'attività che giunge al termine di indagini economico-patrimoniali svolte con il Gico di Palermo e lo Scico, e dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani che hanno permesso di ricostruire le infiltrazioni di Cosa Nostra e dei suoi leader storici negli affari di diverse società ed attività agricole e commerciali dislocate in diverse province della Sicilia e del Sud Italia. L'indagine ha permesso di fare luce, hanno sottolineato gli inquirenti, sulle modalità di controllo delle attività economiche e produttive da parte dell'organizzazione capeggiata da Messina Denaro, attraverso la gestione occulta di società e imprese attive nei più svariati settori. Un vero e proprio circuito imprenditoriale volto ad assicurare una completa egemonia territoriale soprattutto nel settore dell'edilizia e del relativo indotto, attraverso la gestione e la spartizione di importanti commesse. Tra i beni sequestrati figurano tre società, sette quote societarie e quattro ditte individuali, dodici autovetture, quattro veicoli industriali, una moto, tredici autocarri, tre semirimorchi, un fabbricato industriale, un immobile a destinazione commerciale, otto immobili ad uso abitativo, 29 terreni, quattro fabbricati rurali, polizze assicurative, titoli azionari, rapporti bancari, depositi a risparmio.
Messina Denaro, è quanto emerge dall'inchiesta, attraverso suoi prestanome gestiva in maniera occulta una vasta rete di società ed imprese. Tra i destinatari dei provvedimenti di sequestro spicca Giovanni Filardo (cugino di Messina Denaro), formalmente titolare di varie società edili, che a fronte di redditi esigui vantava importanti disponibilità riconducibili ad attività illecite. Precedenti indagini della Polizia avevano già messo in luce il ruolo di Francesco Spezia, accusato di essere titolare fittizio della "Spe.Fra Costruzioni srl". Gli altri soggetti indagati nell'inchiesta sono Vincenzo Torino e Aldo Tonino Di Stefano, ritenuti prestanome della "Fontane d'oro Sas", impresa del settore olivicolo. Già accertata, invece, la riconducibilità alla famiglia mafiosa del boss trapanese di diverse attività economiche controllate da Antonino Lo Sciuto, che avrebbe gestito, per conto dell'organizzazione, la realizzazione di importanti commesse pubbliche e private nell'area del comune di Castelvetrano. Una su tutte, quella sulle strade della zona industriale e le opere di completamento del cosiddetto "Polo tecnologico" di contrada Airone, oppure i lavori per le piazzole e le sottostazioni elettriche del parco eolico "Vento Divino", nel comune di Mazara del Vallo, in seguito a un "accordo spartitorio" con quest'ultimo mandamento mafioso. Emerso, inoltre, il nome di Nicolò Polizzi, per l'accusa "uomo d'onore" della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, che avrebbe ricoperto un ruolo di condizionamento delle commesse pubbliche e private nel terrotorio locale.

Fonte ANSA

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos