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polizia-web5di Domenico Ferlita - 31 agosto 2013
È stata un’esecuzione mafiosa. A riferirlo sono gli investigatori della Squadra Mobile di Trapani, che tuttora sono al lavoro per scoprire il movente e soprattutto i mandanti dell’omicidio avvenuto questa mattina in contrada Samperi a Marsala. Si tratta di Baldassare Marino, un imprenditore del settore edile di 67 anni, con precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso. Marino è stato raggiunto al torace e alle gambe da numerosi colpi di fucile esplosi a distanza ravvicinata mentre si trovava a bordo della sua Opel Astra.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti guidati dal Vice Questore Giovanni Leuci, l’uomo avrebbe cercato invano di scappare, in quanto lo sportello del lato guida della vettura era già aperto. Ad avvertire la polizia, sono stati i dipendenti dell’autofficina Car Diesel,  poco distante dalla zona dell’efferato delitto. Secondo i rilievi del medico legale, l’omicidio si è consumato nella notte.
Molto probabilmente, la vittima aveva un appuntamento nel luogo dove è stato ucciso, una sorta di incontro chiarificatore conclusosi in una vera e propria tragedia.
Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Antonella Trainito.
Ciò che veramente non possono trascurare gli investigatori, è una croce realizzata con tralci di viti, che verosimilmente potrebbe trattarsi di un segnale in codice mafioso.
Baldassare Marino era socio di una ditta di calcestruzzi sita in contrada Strasatti, una zona di periferia molto isolata.
Al momento gli inquirenti non escludono alcuna pista per il movente del delitto, come quella legata all’attività dell’imprenditore o ai suoi precedenti. Marino, infatti, soprannominato “occhi caddrusi”, era noto alle forze dell’ordine per la sua forte vicinanza all’organizzazione mafiosa marsalese e, citato in numerose indagini per traffico di droga, ma nonostante ciò, veniva considerato un personaggio di scarso rilievo e poco pericoloso.
Intanto, sono ancora in corso le indagini della Squadra Mobile di Trapani che, si sta concentrando sui probabili moventi del delitto. Per la polizia, sono due le circostanze che inducono a pensare ad un omicidio di mafia: la potenza di fuoco impiegata, visto che a sparare è stato un commando di due o forse più persone, e una croce formata di chiodi posta sul cofano della vettura della vittima. Marino, era un personaggio molto conosciuto nella zona, un imprenditore al quale non era mai piaciuto mettere le mani in tasca. Ciò non esclude il probabile rifiuto di una tangente come movente.
Il delitto, sembra coincidere con quello verificatosi nel febbraio 2012. A cadere nella rete dei sicari, è stato Francesco Gerardi: le dinamiche dell’agguato sembrano essere simili, anche se in quelle circostanze non fu mai accertato che si trattasse di un delitto di mafia.
Ciò che preoccupa di più, è il fatto che la mafia trapanese rimasta silente per tanti anni, abbia ripreso a sparare.

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