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antinoro-antonello-web1di AMDuemila - 28 marzo 2013
Il sostituto procuratore generale Salvatore Messina ha chiesto ieri alla Corte d'Appello di Palermo la condanna a 8 anni dell'eurodeputato del Pid Antonello Antinoro, imputato di voto di scambio e condannato in primo grado per un'ipotesi non aggravata dall'agevolazione di Cosa Nostra a 2 anni e mezzo di carcere. Antinoro, che ha reso dichiarazioni spontanee, ha continuato ad escludere anche oggi di avere avuto consapevolezza della caratura dei personaggi ai quali si era rivolto, secondo la sua versione, solo per alcuni servizi connessi alla sua partecipazione come candidato alle elezioni regionali del 2008.

I guai giudiziari per il deputato Ue sono iniziati nel maggio del 2009 con l’operazione “Eos” che portò al fermo di 21 affiliati dei mandamenti mafiosi di Resuttana e San Lorenzo. Secondo l'accusa avrebbe acquistato, al prezzo di 50 euro per ciascun voto 60 preferenze dalla famiglia mafiosa dell'Arenella.
Secondo gli inqurenti, che si basano anche sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, vi sono stati due incontri avvenuto a marzo e aprile del 2008, prima dello svolgimento delle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea regionale e del Parlamento, tra Antinoro e alcune persone, all'epoca incensurate, ma sospettate di essere legate a Cosa nostra: Agostino Pizzuto, Antonino Caruso, e Vincenzo Troia. “Nel corso di quegli incontri Antinoro avrebbe promesso e poi pagato una somma compresa tra i 3000 e i 5000 euro” - sostiene l'accusa. Secondo il Tribunale, in base a quanto scritto nella sentenza di primo grado, mancava però la prova che l'imputato sapesse che i suoi interlocutori erano mafiosi di Resuttana e che, Troia, tra le persone presenti agli incontri, era in quel momento “reggente” della famiglia mafiosa di Pallavicino. Il processo è stato rinviato al 9 maggio e il giorno 29 dovrebbe arrivare la sentenza.

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