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Sono 240 le denunce ai Cav negli ultimi due anni e 26 nel 2021

Si può pensare che, essendo avanti con l’età, una donna possa essere “fuori pericolo” e non abbia possibilità di essere stuprata, violentata o abusata. Purtroppo non è così. Sono tante le storie drammatiche di anziane che denunciano maltrattamenti, soprusi e prepotenze da parte di figli, fratelli, compagni o mariti. Storie come quella di Patrizia, che a 68 anni, è stata avvicinata da un ragazzo su un treno per Tivoli e poi brutalmente stuprata da quest’ultimo. Oppure Maria, 75 anni, è stata continuamente insultata e denigrata dal proprio marito, dal quale però, un po’ per vergogna e un po’ per abitudine, non riusciva a separarsi. Ancora, Chiara a 83 anni racconta di aver dovuto denunciare il suo stesso figlio, malato psichiatrico e violento. 
Tutte queste testimonianze raccontano di donne ultra sessantenni, che si sono ritrovate a dover chiedere aiuto nonostante pensassero che, grazie alla loro età avanzata, potessero essere al sicuro. Invece riscontriamo tutto il contrario.
Purtroppo, nel corso degli anni, e soprattutto nel 2020, moltissime donne over 60, costrette in casa a causa del lockdown, si sono ritrovate a dover chiedere aiuto ai Centri Anti Violenza (Cav) i quali riportano che, su 15mila donne che hanno bussato alle loro porte, l’8,3% aveva più di 65 anni. Negli ultimi due anni in effetti, sono già state registrate 240 denunce e nel 2021 sono già 26 le donne che si sono rivolte al loro Cav. 
Quest’ultimo sfortunatamente rappresenta un dato molto incompleto dato che tantissime donne e anziane si vergognano di denunciare gli abusi che subiscono, facendo fatica a mettere in discussione un matrimonio che dura da anni o avendo paura a volte di denunciare addirittura i propri figli.
Durante il lockdown le chiamate ai Cav sono aumentate in proporzione alle violenze subite ogni giorno ininterrottamente, in quanto molte sono state costrette a vivere sotto lo stesso tetto dei loro aggressori, senza via di scampo. Antonella per esempio ha 71 anni ed ha continuato a sopportare i continui abusi di suo marito, mentre le sue figlie si erano già allontanate dal padre violento, le cui molestie non erano più sopportabili. Con l’inizio della quarantena però, le violenze si sono fatte sempre più frequenti, lei non ha più resistito e ha lasciato casa rifugiandosi dalle sue figlie. 
Come la storia di Antonella, ce ne sono molte altre. La donna più anziana che ha chiesto aiuto al Cav ha 94 anni e ha trovato la forza di denunciare gli abusi subiti in famiglia.
Di fronte a tutto questo si comprende quindi quanto, nel XXI secolo, nel nostro Paese sia diffusa la violenza sessuale, quotidiana e soprattutto familiare, e soprattutto quanto siano essenziali e necessari interventi diretti a tutelare ogni donna, mettendo a disposizione ogni mezzo economico, psicologico e sociale, sia nel momento di esposizione della denuncia, sia nel momento successivo. 
Per tutelare tutte le donne della terza età in Veneto ha avuto origine l’iniziativa “Dalia: donne anziane libere dalla violenza”, coordinata dal Centro Veneto Progetti Donna Auser. Ed è un progetto che speriamo possa essere di esempio per altre città e regioni.

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