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kirchner nestor carlos 610 effdi Juan Aragonés Randó
Nelle elezioni dell'aprile 2003 ci furono dei segnali sulla distribuzione della preferenza popolare: Carlos Saúl Menem ottenne il 24,45 % dei voti, Néstor Carlos Kirchner il 22,24 %, Ricardo López Murphy il 16,37 %, Adolfo Rodríguez Saá il 14,11 % ed Elisa Carrió il 14,05 %.
Di fronte allo schieramento dell’elettorato contro di lui, Menem decise di rinunciare alla seconda consultazione elettorale, e così venne eletto presidente Néstor Carlos Kirchner, Governatore della provincia di Santa Cruz sostenuto da Eduardo Duhalde.

Antefatto
1. Aspetti generali
Néstor Carlos Kirchner dopo essersi laureato in giurisprudenza nel 1976, fece ritorno alla sua città natale (Rio Gallegos) ed aprì uno studio legale in cui si occupava di pratiche di passività finanziarie derivanti dalla crisi generata da una politica di elevati tassi di interesse o da debiti aggiustati a tassi di attualizzazione finanziaria.
Riuscì così ad aumentare il suo patrimonio grazie all’acquisto di proprietà immobiliare frutto dei pignoramenti.
Il suo allora amico, in seguito divenuto rivale politico, Rafael Flores, racconta che “nelle sue mani arrivavano ‘affari’ di ogni tipo e finanziare come Finsud e Sic, legate alla Marina”.
José Luis Cárcamo e Carlos Alberto Portel, citati da Omar Pintos (in Perfil 16/11/14) danno una spiegazione simile sul modo in qui la coppia Kirchner ebbe accesso alla proprietà di 25 immobili nel periodo tra il 1976 e il 1983.
Successivamente, al fine di finanziare la campagna politica di Nestor, avrebbero venduto due di questi immobili. E così nel 1987 venne eletto sindaco di Rio Gallegos.
Di lì iniziò la scalata politica e quattro anni dopo (1991) diventò governatore della Provincia di Santa Cruz.
Grazie ad una riforma costituzionale, che permetteva la rielezione del governatore, riuscì a mantenere la sua carica di governatore provinciale in altre due occasioni (1995 e 1999).
Nominò Ministro dell'Educazione Hugo Muratore, un personaggio che fu presidente della Commissione di Consulenza Legislativa (CAL) durante la dittatura militare1 e che poi verrà eletto Deputato provinciale nelle file del Kirchnerismo.
Durante il suo governo il suo gruppo di fiducia era formato da: Sergio Acevedo, Julio De Vido, Héctor Icazuriaga, Miguel Cristófaro, Teresa Soto, Alicia Kirchner2, Claudio Uberti, [Lázaro Báez, Rudy Ulloa, Ricardo Echegaray, Ricardo Jaime e Carlos Zannini.
A questa lista si aggiunse poi un amico di Sergio Acevedo, Cristóbal López, un imprenditore del gioco che in pochi anni riuscì a creare una rete di casinò nelle principali città della provincia.
Kirchner formò anche il denominato “Gruppo Calafate”, al quale aderirono oltre a sua moglie Cristina Fernández, José Salvini, Dante Dovena, Francisco Larcher e Oscar Parrilli, tra altri.

2 Imprese ittiche
Nello stesso periodo Néstor Carlos Kirchner era vicina a delle imprese ittiche del sud, che avrebbero finanziato le campagne politiche in cambio di favoritismi nei permessi di sfruttamento ittico (soprattutto gamberoni e calamari).

Pescafina, Conarpesa e San Isidro
Sotto la presidenza di Raúl Alfonsín, quando era Governatore della Provincia di Buenos Aires Antonio Cafiero, nel Luglio del 1988, l’“Operazione Langostino”, che portò alla scoperta di un carico di 587 kg. di cocaina nascosti in scatole di gamberoni nell’Azienda “Poseidón” di Porto Madryn con destinazione Spagna.
Il carico proveniva dall’impresa ittica “Frigorífico Estrella de Mar” di proprietà di una persona ben nota in Argentina, il finanziatore Jorge Antonio. Questa azienda operava commercialmente attraverso la spagnola “Pescafina S. A.” di Héctor Antonio, figlio di Jorge Antonio.
Pescafina era in rapporti con “Conarpesa S. A.”, una impresa ittica con sede a Puerto Madryn creata dallo spagnolo Juan Alvarez Cornejo, il cui presidente era suo figlio Fernando Álvarez Castellanos3.
È vox populi che l’azienda fece la sua parte nella campagna di Kirchner per governare a Santa Cruz. La maglietta delle squadre di basket e pallavolo di “Conarpesa S. A.”, portavano il nome di Kirchner, gli autobus di quella azienda, con la scritta “Conarpesa-Kirchner”, portavano i militanti kirchneristi agli atti pubblici.
Raúl Espinosa, un dirigente di Conarpesa, che era entrato in azienda come marinaio per arrivare poi a diventare vicepresidente, abbandonò “la nave” nel 1991 perchè, secondo quanto detto da lui stesso, l’azienda sarebbe stata usata per affari non proprio puliti4.
Espinosa fondò quindi la “Pesquera San Isidro” con cui avrebbe comunque appoggiato le campagne di Kirchner tramite Rudy Ulloa e Claudio Uberti.
Nel 2000 Pescafina prende il controllo definitivo di Conarpesa, nonostante Juan e Fernando continuassero ad essere le teste visibili.
Il 30 Gennaio 2003 Espinosa viene ucciso. La sua seconda moglie, Lorena Gabarrus, avrebbe detto che tre mesi prima dell’agguato, si sarebbe incontrato con Julio De Vido – allora Ministro di Governo della Provincia di Santa Cruz- per informarlo delle attività che si stavano realizzando all’ombra di Conarpesa e manifestargli che temeva per la sua vita. La Gabarrus racconta anche che dieci giorni prima del tragico episodio aveva fatto un’intervista con Elisa Carrió, senza nascondere nulla sulla gestione di illeciti tramite Conarpesa.
Juan Álvarez Cornejo e Fernando Álvarez Castellanos furono accusati di essere i mandanti e José Domingo Segundo, Ademar Araujo, Bernardo Benjamín Bustos e José Remigio Guevara autori materiali.

Secondo il quotidiano LA NACIÓN del 05/03/04 “Tredici mesi e tredici giudici dopo, il caso non è chiuso. Le indagini abbondano di sospetti di connivenza tra il crimine ed il narcotraffico, pressioni politiche e corruzione, secondo quanto ha potuto ricostruire LA NACIÓN grazie a una dozzina di fonti… Nonostante la profusione di giudici si sarebbe dimostrato che il guardaspalle di Álvarez Castellano, Guevara, coordinò il crimine; che chi acquistò l’arma del delitto aveva nelle mani una cartella con il logo della firma Conarpesa e che persino l’hotel dove alloggiarono i sicari fu pagato dall’azienda. Inoltre, i sicari utilizzarono un automobile di Conarpesa per spostarsi a Puerto Madryn prima dell’omicidio. Addirittura fu il rappresentante legale di Conarpesa a decidere chi sarebbe stato l’avvocato di Guevara”.
Héctor Antonio acquistò dalla prima moglie di Espinosa, Alicia Martínez, la sua quota di Pesquera San Isidro e provò a acquistare la parte dei figli minori di Espinosa alla seconda moglie Lorena Gabarrus.

•    Il 10 maggio 2015, il quotidiano CLARIN scriveva: “L’omicidio dell’imprenditore ittico Raúl “Cacho” Espinosa (52) avvenuto 12 anni fa e circondato da ogni sorta di intrighi politici e imprenditoriali, è rimasto impunito: nel secondo processo, un tribunale di Puerto Madryn assolse i tre accusati… Il caso passò per le mani di 24 giudici e decine di testimoni senza concludere nulla”.
Conarpesa fu indagata per presunto traffico di droga, così come Ricardo Echegaray (dell’entourage di fiducia di Néstor Kirchner), allora direttore della dogana zona sud.

Il Governo
Kirchner arrivò al governo estremamente debole sul fronte del sostegno popolare, giacché la sua candidatura aveva avuto l’appoggio di Duhalde. Il sostegno ottenuto nella seconda consultazione elettorale risponderebbe più ad un rifiuto verso la figura di Menem che ai suoi meriti.
Nel rispetto dell’accordo con Duhalde, Kirchner confermò ancora Roberto Lavagna Ministro dell’Economia, al fine di guadagnarsi un consenso maggiore e poiché non controllava il Partito Justicialista, progettò “trasversalità” nel tentativo di attirare a sé i settori non ‘peronistas’.
Fece un accordo con i “movimenti ‘piqueteros’” [vale a dire: Luis D'Elía (Federación de Tierra, Vivienda y Hábitat), Emilio Pérsico (Movimiento Evita), Juan Carlos Alderete (Corriente Clasista y Combativa) e Humberto Tumini (Libres del Sur)] impegnandosi a mantenere i piani sociali creati da Duhalde e sviluppare dei progetti abitativi. Di seguito si sarebbero uniti a loro Edgardo Depetris e Hugo Gómez del “Frente Transversal” e Jorge Ceballos di “Barrios de Pie”.

Affidò anche diversi incarichi di governo ai suoi alleati di Santa Cruz:
•    Julio Miguel De Vido (Ministro della Pianificazione Federale, Investimenti Pubblici e Servizi).
•    Alicia Margarita Antonia Kirchner (Ministro dello Sviluppo Sociale),
•    Oscar Parrilli, (Segretario Generale della Presidenza),
•    Carlos Alberto Zannini (Segretario Legale e Tecnico della Presidenza),
•    José María Salvini (Assessore Presidenziale).
•    Ricardo Daniel Echegaray (Direttore Generale di Dogana),
•    José Francisco Larcher (Servizio di Intelligence)
•    Mario Guillermo Moreno (Segretario di Comunicazioni e poi Segretario di Commercio Interno),
•    Ricardo Raúl Jaime (Segretario dei Trasporti),
•    Claudio Uberti (organo di Controllo di Concessioni di Viabilità)
•    Miguel Dante Dovena (Direttore Stampa).

Proseguendo con la linea tracciata dal governo di Duhalde, furono mantenute alte le tasse di esportazione agricola, le entrate in questo settore raggiunsero U$S 9.212.000.000 nel 2003 e ammontarono a U$S 12.323.000.000 nel 2005.
Al governo Duhalde toccò pagare il prezzo politico-sociale della caduta dei salari e l’aumento dei prezzi interni a conseguenza della svalutazione e Kirchner riuscì a mantenere il dollaro sopravalutato.

Le Misure Politiche
Kirchner approfittando del contesto internazionale dell’aumento del prezzo dei commodities, portò avanti una politica di sostituzione di importazioni, di incentivi dell’opera pubblica e di crescita del consumo interno, facendo scendere in questo modo il tasso di disoccupazione.
Durante questo periodo il PIL crebbe ad un ritmo del 8% al 10% annuali.

1. Lo scambio del debito.
In tale contesto, si decise di rinegoziare il debito esterno, scambiando obbligazioni in default per un valore nominale di U$S 62.500.000.000, per nuovi titoli per un valore nominale equivalente a U$S 35.300.000.000. L’accordo copriva il 76% dei creditori per i buoni.

Mario Cafiero (op. e loc. cit.) cita cifre diverse e qualifica come pessimo l’accordo di ristrutturazione inquadrandolo come un’“idea del FMI” con il benestare di Lavagna. Sostiene che fu emesso un buono legato alla crescita PIL e, “come era da aspettarsi, dopo la depressione del 2001, l’economia argentina registrò alti tassi di crescita, quindi il pagare quel buono significò che in definitiva non ci fu una reale diminuzione del debito. I numeri parlano chiaro: Lavagna scambiò buoni in default per un valore di 81.800 milioni di dollari di capitale, per buoni nuovi per un capitale di U$S 45.412 milioni. Ma emesse dei buoni ‘Cupones’ legati alla crescita del PIL per un valore di 39.264 milioni di dollari. Quindi il debito nuovo (45.412 M U$S + 39.264 M U$S = 84.676 M U$S) è maggiore del vecchio debito di 81.800 M U$S… D’accordo al calcolo effettuato da Javier Llorens, il pagare ‘Cupones’ legati alla crescita del PIL dell’anno precedente e le obbligazioni di riacquisto di debito per la stessa ragione significarono per il Tesoro Nazionale un’emorragia di 29.569 M U$S fino al 2012 e significherà un accumulo di 78.528 M U$S per l’anno 2017”.

Nel 2006, le entrate legate alle esportazioni agricole raggiunsero la cifra di U$S 14.712.000.000. Con Felisa Josefina Miceli come ministro dell’Economia, e al fine di evitare gli Enti di controllo del FMI si decise di cancellare in anticipo l’intero debito con questo organismo internazionale per un totale di U$S 9.810.000.000 attingendo alle riserve del Banco Centrale.

Una dimostrazione di autonomia o un accordo con il F.M.I.?
Il notevole aumento del prezzo dei commodities a livello internazionale nel 2007 fece aumentare le trattenute alle esportazioni agricole dal 23,5 % al 35 %, portando ad un aumento delle entrate di U$S 20.450.000.000, che rese possibile pagare il debito pubblico, rispettare i piani sociali ed elaborare un piano di investimenti a iniziare dallo Stato.

2. Correo Argentino (Poste argentine)
Il 24 marzo del 1997, mediante il Decreto Nº 265/97 dell’allora presidente Carlos Menem, la ditta ENCOTESA venne liquidata e la prestazione dei servizi postali fu data in concessione alla 5Società Macri (SOCMA) .
In base al contratto di concessione firmato per una durata di trenta anni, la Società Macri doveva pagare allo Stato nazionale un canone semestrale di $ 51.600.000 che invece smise di pagare nel 1999, accumulando un debito di circa U$S 900.000.000 con creditori privati e con lo Stato nazionale.
Quando il gruppo SOCMA si fece carico dei servizi il primo agosto 1997 le Poste argentine contavano con 20.400 lavoratori e non erano in passività finanziaria, ma dopo quattro anni di gestione l’azienda contava con solo 12.800 impiegati, i cui stipendi non vennero più pagati dopo luglio del 2001.
La Società Macri creò una serie di società che svolgevano le funzioni basiche dell’azienda generando una cospicua fatturazione per i servizi a danno del Correo Argentino (Poste argentine). Nel 2001 il debito toccò i US$ 257.000.000.
Il debito milionario della famiglia Macri con lo Stato nazionale e con i creditori privati portò il governo a non concedergli più una proroga e a nazionalizzare l’azienda. Così, il 19/11/03, pochi mesi dopo aver assunto la presidenza della Nazione, Néstor Kirchner firmò un decreto mediante il quale recedeva il contratto di concessione del servizio postale dell’azienda Correo Argentino alla Società Macri (SOCMA). Mediante il Decreto Nº 1.075/03 il servizio postale ritornò in mano allo Stato.

Tuttavia, il quotidiano OPI Santa Cruz, del 25/02/09, scriveva: “… Aziende legate a Macri continuano as essere immischiate nella logistica, nei sistemi e nella contrattazione di personale a tempo determinato. Hanno partecipato a importanti investimenti realizzati allora e anche dopo la revoca della concessione, nonostante Correo Argentino S. A. abbia personale qualificato per svolgere tali compiti, le aziende legate a Macri continuano a fatturare milioni di pesos allo Stato…l’azienda ITRON è nella incaricata dei sistemi del Correo Argentino, BAYTON dell’assunzione di personale che svolge mansioni in diversi settori, sia gerarchici che operativi e uno dei suoi dirigenti è Gustavo Muzlera, Direttore di ‘Negocios Corporativos de la Región Centro del Correo’ fino al 2004, come da accordi e contratti, (ma) ‘il maggior affare è toccato a LDA’, ci ha confidato un alto funzionario di Correo Argentino che ha scelto l’anonimato. L’azienda Logistica de Avanzada S. A. (LDA) si occupa della distribuzione della posta argentina in quasi tutto il territorio nazionale. Dopo che l’azienda FUREX dichiarò fallimento nel 2002, nacque la LDA, una firma legata ad Armando Amasanti dell’azienda SIDECO (uomo di fiducia di Franco Macri nella ormai scomparsa SEVEL). I vincoli di queste aziende con ex impiegati ed in alcuni casi impiegati del Correo Argentino S. A. mette nell’occhio del ciclone i contratti che queste hanno con l’ente statale, a ciò si aggiunge la vicinanza a Socma”.

Il recesso del contratto salvò Correo Argentino o Socma?
A ciò bisogna aggiungere che Kirchner diede a Franco Macri ed ai suoi soci cinesi il ‘Belgrano cargas’ senza gara d’appalto e per i dodici anni successivi mai gli fu reclamato assolutamente il debito in questione, restando completamente inattivi nella procedura concorsuale.
Fu beneficiato anche da una serie di vantaggi tramite Ángelo Calcaterra, nipote di Franco Macri6.

3. Cablevisión
Il Gruppo Clarin, nel suo scontro con Menem, aveva appoggiato Kirchner sin da prima delle elezioni presidenziali e continuò a farlo anche quando il governo fu oggetto di numerose critiche per la sua relazione con le compagnie ittiche e la sua tolleranza verso i gruppo ‘piqueteros’ e per il cosiddetto “capitalismo di amici”.
Questo accompagnamento politico ebbe come risultato che nel mese di settembre del 2006, la Holding risultasse beneficiaria con l’approvazione dell’acquisizione del 60% dell’impresa Cablevision e che Fintech si aggiudicassi l’altro 40%. Inoltre fu annunciato alla Bolsa de Comercio di Buenos Aires la fusione di Cablevision con l’azienda concorrente Multicanal.

•    Questo acquisto influenzò e coinvolse altre imprese che dipendevano dalla compagnia, come i fornitori di servizi internet, Fibertel, Flash, Ciudad Internet e Fullzero, e gli operatori di cable Teledigital, e Primera Red Interactiva de Medios Argentina S.A. (PRIMA S.A.). Inoltre, la fusione comportò l’assorbimento delle società via cavo e operatori via cavo, Delta Cable S.A., Holding Teledigital Cable S.A., Teledigital Cable S.A., Pampa TV S.A., Construred S.A., Cablepost S.A. e Televisora La Plata S.A..

Questa “operazione di concentrazione imprenditoriale” fu notificata alla Comisión Nacional de Defensa de la Competencia (Antitrust), che dipende della Segreteria di Commercio Interno, il quattro ottobre 2006 e la notifica era accompagnata da un impegno da parte delle imprese Gruppo Clarin e Fintech di disinvestire per due anni in parte delle loro imprese “per evitare che la compravendita influenzassi la libera concorrenza”.
Il 7 dicembre 2007 la Segreteria di Comercio Interior accettò il compromesso offerto (era evidente l’esistenza di un gruppo di monopolio contrario alla legge) e autorizzò l’operazione e il 3 aprile 2008, la Comision Nacional de Defensa de la Competencia determinò la Risoluzione nº 36 dove veniva specificata la metodologia a seguire per il rispetto dell’accordo (che ovviamente non si rispettò mai).
Questo “favore” indusse Clarin a non approfondire l’indagine giornalistica sui casi “Skanska” e “Antonini Wilson”.
In realtà, le frizioni tra Kirchner e Magneto iniziarono dall’obbligo che fu imposto a Papel Prensa7 di adeguare tecnicamente l'impianto al fine di evitare la contaminazione ambientale; proseguirono con il conflitto agricolo per le ritenute sulle esportazioni (Clarin appoggiava questa posizione), e con l'avanzamento del gruppo Clarin per accedere al pacchetto azionario di Telecom.

Domani pubblicheremo la quarta parte!

NOTE
1) Con il colpo di Stato del 24 marzo del 1976, la Junta de Comandantes (la Giunta di Comandanti) sciolse il Congresso Nazionale, che fu sostituito dalla Commissione di Consulenza Legislativa (CAF).

2) KIRCHNER, Alicia: Sorella di Nestor Kirchner, fu Sottosegretaria di Azione Sociale con la carica di viceministro della Provincia di Santa Cruz nel 1975 agli ordini di Carlos Parolín, con il quale Isabel Perón sostituì Augusto Pedro Saffore, che era stato designato supervisore finanziario in sostituzione del governatore Jorge Cepernic. L’Agenzia di notizie Opi-Santa Cruz e i giornalisti Jorge Lanata e Carlos Pagni affermano che era stata anche funzionaria durante la dittatura militare, mantenendo l’incarico dal 1976 al 1983.

3) Secondo quanto si legge nel “Puerto Madryn Web site” Juan Álvarez Cornejo e Fernando Álvarez Castellano subirono nel 1992 una condanna a due anni di prigione, pena sospesa, da un Tribunale di Valencia per “essersi appropriati illegalmente di una partita di 1.300 tonnellate di pesce e frutti di mare che un imprenditore aveva affidato loro da conservare nelle camere frigorifere dietro dovuto compenso. Un episodio che, secondo quanto riferiscono giornalisti di Madryn, sarebbe costata la vita all'intermediario”.

4) I commenti fanno riferimento a "persone non esperte in materia" (accuse reciproche) riguardo gli esiti di operazioni di contrabbando di pesca e traffico di droga

5) Questo gruppo aveva già beneficiato della nazionalizzazione del debito privato messo in atto da José Luis Machinea durante il governo di Alfonsín (Vedere Corruzione-Dipendenza I) e coinvolto nella causa di contrabbando aggravato da parte di Sevel (Vedere Corruzione-Dipendenza II).

6) Ángelo Calcaterra è cugino di Mauricio Macri e avrebbe acquistato al “Grupo Macri” le costose imprese costruttrici IECSA e Creaurban quando Mauricio assunse la direzione di CABA. Perfil, scrive: “Dall’assunzione di Néstor Kirchner nel 2003, Iecsa si aggiudicò appalti del governo nazionale per un valore di US$ 1.823,6 milioni per opere di viabilità, idrauliche e ferroviarie e lavorava da contrattista per la polemica Enarsa, gestita da Julio De Vido e Exequiel Espinoza. Questa cifra figurava nei registri che l' azienda eliminò dalla pagina web, nelle ultime settimane. Non includeva i contratti nelle provincie di Buenos Aires, Chaco, Córdoba e Misiones. Solo a Misiones si aggiudicò appalti per altri US$ 118,5 milioni. Iecsa realizò lavori nella diga Yacyretá, per il Paraguay e l’azienda petrolifera brasiliana Petrobras SA per US$ 15 millones”.

7) Papel Prensa S.A. è composto per un 49% dal Grupo Clarín, il 22,49% dal diario La Nación, il 27,46 % dallo Stato Nazionale in modo diretto ed il 0,62% attraverso l’agenzia ufficiale di notizie Télam.

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