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scalfari-eugenio-web0di Antonio Ingroia - 30 luglio 2013
Ieri Eugenio Scalfari (foto), nel consueto editoriale della domenica su Repubblica, mi accusa di volere la soppressione dell’articolo 138. E’ una sciocchezza. Al massimo sarei contrario a una sua modifica. Ma quel che mi preme sottolineare è che a nome di Azione Civile e dei firmatari della petizione ospitata dal Fatto Quotidiano, che in due giorni e mezzo ha superato la straordinaria cifra di 130.000 firme, abbiamo chiesto una cosa diversa. Sia sul sito del movimento che sul Fatto Quotidiano, e ben due giorni prima dell’editoriale di Scalfari, ho chiesto, testualmente, “ai parlamentari di far mancare la maggioranza dei 2/3, la sola che renderebbe superfluo il referendum”, in maniera tale che su una modifica così profonda della nostra Costituzione che da rigida diventa flessibile, e chiunque abbia fatto un esame di diritto pubblico all’Università può capire di che rivoluzione si tratti, i cittadini italiani possano essere consultati. Tutto qui. E l’ho scritto e detto chiaramente più volte. Addirittura in un’intervista del 9 luglio scorso alla Camera. Qualcuno poteva informare Scalfari della mia posizione, così avrebbe evitato di scrivere una sciocchezza. Un buon giornalista dovrebbe sempre verificare le fonti e le fonti di Antonio Ingroia sono di facilissima reperibilità, basta cercare su google “Ingroia Costituzione 138” e avrebbe conosciuto la mia reale posizione.

Insomma, bastava poco. Tralascio di commentare il resto del suo editoriale, in cui elenca un catalogo delle riforme sue e del governo che giudico deleterie per il Paese così come tralascio di esprimere il mio dissenso sul governo delle larghe intese che invece il fondatore di Repubblica esalta. Su questo tornerò nei prossimi giorni. Mi limito a osservare che è fondamentale scrivere subito una nuova legge elettorale e che questa sia di iniziativa parlamentare e non, come paventato in questi giorni, per decreto.

Tratto da: azionecivile.net

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