di Antonio Ingroia - 16 febbraio 2013
Quando Berlusconi dice, e poi rinnega, quelle nefandezze sulle tangenti che all’estero sono una cosa normale verrebbe da commentare che non sa di che cosa parla. Il problema è che purtroppo, invece, lo sa fin troppo bene perché proprio lui è uno di quelli che più hanno distrutto il nostro sistema e la cultura industriale italiana, inducendo tutti a puntare sulla furbizia e sulle mazzette invece che sulla qualità, la trasparenza e la competitività. Quando il Berlusconi politico assolve le tangenti salva il Berlusconi imprenditore. Il sistema italiano funziona così da tempo immemorabile, ed è per questo che sta affondando.
Non si tratta, quindi, di una nuova Tangentopoli, perché è una Tangentopoli eterna, che è andata solo peggiorando nel tempo. L’attuale classe dirigente prospera nell’illegalità e vede la mazzetta come una filosofia aziendale. La corruzione è il vero cancro del nostro sistema produttivo e istituzionale, come hanno dimostrato i recenti scandali di Mps, Finmeccanica e le vicende giudiziarie di Formigoni e Fitto. Una patologia che ci costa, insieme all’evasione fiscale, 180 miliardi di euro ogni anno. Ma chi, come Monti e Bersani, ha appena varato una legge sulla corruzione che, invece di combatterlo, dà una mano a quel sistema e aiuta i corrotti a sfangarsela, non se ne può lavare le mani. La responsabilità di questo sfacelo etico ed economico è anche loro. Serve, al più presto, una Rivoluzione Civile che dia il via ad una guerra senza quartiere alla corruzione e all’economia illegale, per rimettere in moto lo sviluppo e la ripresa.
Antonio Ingroia
Tratto da: rivoluzionecivile.it