di Antonio Ingroia - 11 febbraio 2013
Mancano due settimane alle elezioni che tutti, giustamente, dicono essere tra le più importanti nella storia italiana. Nei simboli elettorali ci sono i nostri nomi, quelli dei candidati, ma quei nomi non significano proprio niente se non diventano il simbolo di un programma. I candidati non stanno lì per essere i più simpatici o i più telegenici, non vanno in televisione per vendere lavatrici o saponette. Sono i garanti di un impegno preso con gli elettori per varare leggi precise e seguire politiche chiare. Qui, invece, ci stanno solo le facce dei leader, le chiacchiere vuote, le promesse da marinai e nessun impegno. Io a questa politica da interruzione pubblicitaria non ci sto. Non chiedo a nessuno di votare per Antonio Ingroia, ma per quello che Antonio Ingroia si impegna a fare.
Chiedo di votare Rivoluzione Civile per ripristinare il contenuto originario dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, per espropriare i beni mafiosi e usarli a scopi di utilità sociali, invece di rivenderli per quattro soldi ai prestanome dei mafiosi e per cancellare l’acquisto dei cacciabombardieri F-35 e di tutti i nuovi armamenti. Chiedo il voto per fare una legge rigida contro la corruzione, invece della buffonata del governo Monti, per permettere ai gay di sposarsi, per abrogare la riforma Fornero sulle pensioni e per riportare libertà e democrazia nei luoghi di lavoro, imponendo di rispettare la Costituzione invece di usarla per avvolgerci il pesce. Chi vota Rivoluzione Civile deve sapere che non vota per Ingroia o per nessun altro, ma solo per varare queste leggi.
Antonio Ingroia
Tratto da: rivoluzionecivile.it
Foto © Matteo Gozzi