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Obama a Israele: “L’operazione a Gaza può diventare un boomerang”. Dubbi anche dall’amministrazione Biden

Un bombardamento israeliano nel mercato di Nusseirat (nel settore meridionale della Striscia di Gaza) ha provocato 18 morti e un numero elevato di feriti, secondo testimoni sul posto contattati dall’ANSA. Obiettivo dell’attacco era, in apparenza, un edificio vicino al più grande supermercato della striscia di Gaza, in quel momento molto affollato. Le vittime sono state trasportate nell’ospedale Shuhada di Khan Yunes dove si avverte una situazione di allerta anche per la penuria di combustibile.
E almeno 140 persone sono state uccise nei raid aerei israeliani sulla Striscia durante la notte, ha reso noto questa mattina il governo di Hamas in un comunicato, aggiungendo che ci sono “centinaia di feriti” e “decine di case sono state distrutte”. “Adesso basta” : “È inaccettabile che a Israele venga dato il via libera incondizionato e una libera licenza di uccidere”, ha affermato l’Emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad Al-Thani secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa statale Qna che ha esortato Israele a porre fine ai suoi pesanti bombardamenti sulla Striscia di Gaza in risposta all’attacco di Hamas in Israele dello scorso 7 ottobre. “L’occupazione e l’assedio” degli israeliani non possono essere ignorati, sottolinea l’Emiro. “Ai nostri tempi, non dovrebbe essere consentito bloccare l’accesso all’acqua e trattenere medicinali e cibo come arma contro un’intera popolazione”. Tamim ha affermato che lo spargimento di sangue deve finire e che ai civili devono essere risparmiate le conseguenze degli scontri militari.
Anche la Cina ha condannato gli attacchi sulla Striscia di Gaza. La Cina riconosce che Israele ha il diritto all’autodifesa contro Hamas. In una telefonata avuta ieri con la controparte Eli Cohen, il ministro degli Esteri Wang Yi ha detto che “ogni Paese ha il diritto all’autodifesa, ma dovrebbe rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggere i civili”, nel resoconto diffuso nella notte dall’agenzia statale Xinhua. Pechino è stata criticata per la sua posizione sulla guerra e la mancata condanna di Hamas per il sanguinoso attacco del 7 ottobre. Le valutazioni di Wang sono maturate alla vigilia della sua visita a Washington (26-28 ottobre) per gettare le basi di un summit Biden-Xi. La Cina sosterrà “con decisione tutto ciò che possa favorire la pace e farà del suo meglio per favorire la riconciliazione tra Palestina e Israele”, ha aggiunto Wang, per il quale “è imperativo evitare che la situazione si aggravi ulteriormente e causi difficoltà umanitarie ancora più gravi” in scia a un conflitto che “colpisce il mondo intero e comporta una scelta importante tra la guerra e la pace”. La Cina, ha riferito ancora la Xinhua, “è profondamente preoccupata per il continuo inasprimento del conflitto e per il peggioramento della situazione, ed è profondamente rattristata dal gran numero di vittime civili”, esprimendo la condanna verso “tutti gli atti che danneggiano i civili” e opponendosi “a qualsiasi violazione del diritto internazionale”. Wang ha sottolineato che la dolorosa lezione della crisi è che “solo aderendo al concetto di sicurezza comune è possibile aiutare a raggiungere una sicurezza sostenibile, e solo aderendo alla direzione di una soluzione politica è possibile facilitare la risoluzione completa delle preoccupazioni sulla legittima sicurezza di Israele”. La soluzione dei due Stati, in questo contesto, “è il consenso della comunità internazionale” e l’auspicio è che “le due parti possano considerare la situazione attuale così come gli interessi a lungo termine di pace e sicurezza condivisi dalle generazioni future”. L’obiettivo, ha concluso Wang, “è di ritornare sulla strada giusta della soluzione a due Stati il più presto possibile, di riprendere i colloqui di pace e realizzare la coesistenza pacifica tra Palestina e Israele”, nonché “la coesistenza armoniosa delle nazioni arabe ed ebraiche”.


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L'ex presidente Usa, Barack Obama


Anche il presidente russo Vladimir Putin ha espresso oggi, nel corso di una telefonata con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, preoccupazione per il “catastrofico deterioramento” della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, bombardata dall’esercito israeliano dopo l’offensiva di Hamas. Secondo il Cremlino, i due leader “hanno espresso profonda preoccupazione per il numero crescente di vittime civili e per il catastrofico deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza”.

Obama a Israele: “L’operazione a Gaza può diventare un boomerang”
L’esercito nel frattempo si è detto pronto per l’invasione di terra di Gaza e prenderà la decisione “con il potere politico”, ha detto il capo di stato maggiore dell’esercito Herzi Halevi, citato dai media. Halevi ha detto che ci sono state “considerazioni tattiche e anche strategiche” che hanno dilazionato l’offensiva di terra ma che hanno consentito all’esercito di prepararsi al meglio. “Stiamo facendo tesoro di ogni minuto - ha detto in una conversazione con i giornalisti sul fronte sud davanti Gaza - per essere meglio preparati. Ed ogni minuto che passa sull’altro lato, colpiamo il nemico ancora di più, uccidendo i terroristi, distruggendo le infrastrutture e raccogliendo più intelligence”.
L’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ha però messo in guardia Israele dicendo che l’operazione di terra a Gaza potrebbe ritorcersi contro se i civili palestinesi non sono tutelati. Un’azione potrebbe “peggiorare la crescente crisi umanitaria” nella Striscia: “Il mondo sta guardando gli eventi e ogni strategia militare israeliana che ignori il costo umano di ritorcerà contro”, afferma l’ex presidente su Medium. “La decisione di tagliare il cibo, l’acqua e l’elettricità alla popolazione civile bloccata minaccia non solo di peggiorare la crisi umanitaria, ma potrebbe indurire l’atteggiamento dei palestinesi per generazioni, erodere il sostegno globale a Israele, fare il gioco dei nemici di Israele e mettere a rischio gli sforzi di lungo termine per raggiungere la pace e la stabilità nella regione”, ha spiegato Obama osservando quindi che “è importante per tutti coloro che sostengono Israele in questo momento di bisogno incoraggiare una strategia che metta fuori combattimento Hamas minimizzando allo stesso tempo le vittime civili”.
Anche l’amministrazione Biden non è convinta dell’operazione di terra dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza. Washington teme che le forze israeliane non siano pronte a lanciare un’operazione con un piano in grado di funzionare. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali ad agitare la Casa Bianca è anche la mancanza da parte di Israele di obiettivi militari raggiungibili nella Striscia. L’amministrazione insiste sul fatto di non aver detto a Israele cosa dovrebbe fare, ma il Pentagono ha inviato il generale dei Marine James Glynn e altri ufficiali in Israele per aiutare e consigliera le forze israeliane.

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