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Ingroia: “Politica incoerente, si straccia le vesti per Brusca e spinge per liberare i boss irriducibili”

Continua a far parlare il caso della scarcerazione del pentito Giovanni Brusca, ex capo mafia stragista di San Giuseppe Jato. Ieri sera a “Non è l’Arena”, condotta da Massimo Giletti, sono intervenuti giornalisti ed ex addetti ai lavori che si sono occupati del boss nel corso della loro carriera. Tra loro è intervenuto anche il suo avvocato Luigi Li Gotti che ha fatto ulteriore chiarezza dipanando i dubbi e le contestazioni, più che legittime, di chi ha aspramente criticato la scarcerazione di Brusca.
“Le polemiche da parte dei familiari delle vittime sono prevedibili, legittime e comprensibili”, ha detto Li Gotti. “Comprendo di meno però le polemiche della politica che dovrebbe essere interprete della legislazione che la stessa politica ha determinato. Tutti i politici sono stati colpiti allo stomaco violentemente dalla scarcerazione”, ha affermato sempre sul tema il legale.
“Io vorrei chiarire che quando finirono i processi per i quali era incriminato Brusca”, ha aggiunto ancora Li Gotti ricordando i procedimenti in cui il suo assistito è stato imputato e condannato per reati gravissimi nei primi anni 2000, “già si sapeva che l’esito sarebbe stato la scarcerazione dopo 30 anni”.


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Li Gotti quindi non comprende il perché di questa polemica politica dato che si sta “semplicemente applicando il codice di procedura penale” dopo che “nei grossi processi Brusca aveva ottenuto i benefici della collaborazione” e in quelle occasioni “nessuno si scandalizzava”. A parlare insieme all’avocato Li Gotti c’è stato anche il collega Antonio Ingroia, già procuratore aggiunto di Palermo e “padre” dell’inchiesta sulla Trattativa Stato-mafia. “Sicuramente a tutti noi ha fatto impressione la scarcerazione di Govanni Brusca, ha esordito Ingroia. “Queste cose impressionano sicuramente, ma questi non sono assassini isolati, non sono cani rabbiosi che come gli togli il guinzaglio vanno sterminando le persone per strada. Questi - ha spiegato Ingroia - sono uomini appartenenti a un'organizzazione criminale e nel momento in cui si rompe il loro legame con l’organizzazione non sono più pericolosi come erano prima”. Sul punto Ingroia ha definito, proprio per questo motivo, “assurdo e incoerente il fatto che il parlamento si straccia le vesti per la scarcerazione di Brusca e al contempo si muove per i permessi premio ai boss stragisti con l’abolizione dell’ergastolo ostativo”.


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Si tratta di soggetti, ha sottolineato il legale, “rimasti dentro l’organizzazione e che quindi in caso di liberazione tornano a commettere delitti ancor più di Brusca”. In questo senso, è intervenuto nuovamente Li Gotti a commento, dichiarando che oggi “la mafia è entrata nella politica e in particolare nel garantismo della politica”. Per tale ragione Li Gotti ritiene che “Cosa Nostra è felice in questi giorni”. Sempre rimanendo in tema scarcerazione Brusca ed ergastolo ostativo è intervenuto anche l’ex procuratore di Caltanissetta Sergio Lari. “Io per dieci anni insieme ai magistrati della Dda di Caltanissetta ho indagato sulle stragi. Dal 24 maggio 1992 abbiamo avuto in Italia sette stragi con 22 morti, oltre 100 feriti, interi tratti autostradali sventrati, edifici, musei e biblioteche distrutti e tanto altro”, ha ricordato Lari. “Cosa nostra è riuscita a mettere in ginocchio la nostra democrazia e chi ne fa parte può uscire solo per morte o collaborazione con la giustizia. Dare la possibilità a soggetti irriducibili di essere scarcerati solo per le buone condotte mantenute in detenzione è un rischio che la nostra democrazia non si può permettere”, ha sentenziato il magistrato. E, parlando della decisione della Consulta di concedere un anno di tempo al Parlamento per un intervento legislativo in tema ergastolo ostativo l’ex procuratore auspica che “il Parlamento adotti una soluzione che tenga conto di questi fattori”. “Non vorrei - ha concluso - che ci fosse la memoria corta da parte di chi dovrà affrontare questo difficile passaggio”.

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