Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Gli Stati Uniti si oppongono. Oggi i colloqui tra israeliani e egiziani, Israele potrebbe accettare un accordo che preveda il rilascio di almeno 33 ostaggi

Israele si prepara ad attaccare Rafah, ultima roccaforte di Hamas nel sud della Striscia, dove potrebbero essere tenuti prigionieri diversi ostaggi del 7 ottobre e hanno trovato rifugio oltre un milione di palestinesi in fuga. Nelle scorse ore, l’esercito ha ammassato decine di carri armati e veicoli blindati lungo il confine meridionale con Gaza, al valico israeliano di Kerem Shalom, vicino a Rafah, come hanno riferito giornalisti che hanno visto il movimento dei mezzi militari. L’operazione è stata annunciata dopo che l’esercito israeliano, l’Idf, ha confermato di aver completato i preparativi per l’ingresso e che la data dell’operazione dipende solo dall’approvazione del gabinetto di guerra. Questa mossa potrebbe avere un impatto significativo sulla stabilità regionale e sulle prospettive di negoziati futuri.
I movimenti indicano che Israele sta intensificando gli sforzi per prendere il controllo dell’area meridionale di Gaza. La brigata 162, precedentemente posizionata nel nord e nel centro della Striscia, si è ora avvicinata a Rafah, confermando la crescente pressione sulla città. Un alto ufficiale israeliano, uscendo da un lungo gabinetto di guerra, ha confermato l’intenzione di attaccare Rafah: “Siamo diretti a Rafah senza dubbio. Non c’è contraddizione tra questa operazione e un accordo per la restituzione degli ostaggi. Più ci avviciniamo a Rafah, più il coinvolgimento egiziano aumenta, naturalmente”.
Egitto e Stati Uniti hanno espresso la loro contrarietà all’operazione israeliana, cercando di convincere Israele che esistono “altri modi per colpire Hamas”. Allo stesso tempo, il governo americano ha riunito una coalizione di 18 Paesi, tra cui Francia, Germania e Gran Bretagna, per chiedere il rilascio immediato degli ostaggi a Gaza come condizione per raggiungere un cessate il fuoco.


soldati israel ima 2160144


Tuttavia, Hamas continua a fare richieste che Israele trova inaccettabili. Khalil al-Hayya, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha avanzato la proposta di una tregua di cinque anni in cambio della creazione di uno Stato palestinese nei confini precedenti al 1967. Israele ha fatto sapere che accetterà un accordo che preveda il rilascio di almeno 33 ostaggi, tra donne, anziani e feriti, come riferisce un alto funzionario israeliano ai media al termine dei colloqui tra Israele e la delegazione egiziana. "Non permetteremo ad Hamas di parlare di 20 ostaggi come ha fatto" in precedenza, ha sottolineato la fonte a Channel 12. Il funzionario ha poi aggiunto che lo Stato ebraico è disposto a fare importanti concessioni come il ritorno dei palestinesi nel nord di Gaza e il ritiro dell'esercito dal Corridoio Netzarim che taglia in due la Striscia.
Un alto funzionario israeliano ha detto a Channel 12 che "si tratta dell'ultima opportunità" di raggiungere un accordo "prima che l'esercito entri a Rafah". Israele ha quindi chiarito agli egiziani che non permetterà a Hamas di perdere tempo o di "trascinare i piedi" per impedire l'operazione militare a Rafah.
Intanto il bilancio delle vittime palestinesi a Gaza è salito a 34.356 di cui 77.368 feriti negli attacchi israeliani a Gaza dal 7 ottobre. Lo riferisce il ministero della Sanità della Striscia, aggiungendo che 51 persone sono state uccise e 75 ferite nelle ultime 24 ore.
Qualora si dovesse raggiungere una tregua ci vorranno circa 14 anni per liberare la Striscia di Gaza dalle 37 milioni di tonnellate di macerie causate dalla rappresaglia israeliana per l'attacco subito da Hamas. La stima è stata illustrata a Ginevra da Pehr Lodhammar, alto funzionario dell'Unmas, il Servizio di Azione contro le Mine delle Nazioni Unite. Secondo Lodhammar è inoltre praticamente impossibile determinare il numero esatto di ordigni inesplosi a Gaza e in questo contesto sarà ancora più difficile rimuovere detriti e macerie di palazzi distrutti.
''Stimiamo 14 anni di lavoro con 100 camion'', ha dichiarato spiegando che ''sappiamo che in genere c'è un tasso di fallimento di almeno il 10% delle munizioni che vengono sparate e non funzionano".

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Israele ha compiuto un massacro nell'ospedale Nasser, trovati 210 cadaveri in fossa comune

A Gaza continuano i raid, 11 vittime. Oms: ''Straziante livello di distruzione degli ospedali'

Gaza, raid israeliano uccide tre figli del leader politico di Hamas mentre celebravano l'Eid

Gaza, in 6 mesi di aggressione israeliana ucciso un bambino ogni 15 minuti

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos