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bosio sebastiano 850Respinto dalla Cassazione il ricorso straordinario
di AMDuemila
La Cassazione ha respinto il ricorso straordinario dei difensori del boss mafioso palermitano Nino Madonia e diventa così definitiva la condanna all'ergastolo per l'omicidio di Sebastiano Bosio, il chirurgo assassinato nel 1981, a Palermo. A scriverlo è il sito LiveSicilia. I supremi giudici lo scorso luglio avevano confermato la sentenza di appello. Gli avvocati dell'imputato, però, con un ricorso straordinario avevano sollevato la questione della mancata notifica della convocazione in udienza. E a quel punto la corte aveva sospeso la condanna che ora, dopo il rigetto, è stata confermata.
Il processo al capomafia del mandamento di Resuttana era iniziato nel 2011. La prova principale era rappresentata dalla perizia dei carabinieri del Ris sui proiettili. L'arma che fu usata per uccidere Bosio, una calibro 38, era la stessa con la quale sette mesi dopo, il 5 giugno 1982, furono assassinati due meccanici della borgata palermitana Passo di Rigano, Francesco Chiazzese e Giuseppe Dominici. Un duplice omicidio per il quale Madonia era già stato stato condannato.
Sono stati i collaboratori di giustizia ad accusare il boss di Resuttana di essere il mandante del delitto anche se hanno indicato moventi diversi. Dalle cure rifiutate ad alcuni mafiosi, agli ostacoli frapposti dal primario di Chirurgia vascolare alla gestione illecita di alcuni appalti in ospedale: Bosio non si piegò al volere dei boss.
"Pietro Fascella - aveva riferito il collaboratore Marino Mannoia - uomo d’onore della mia famiglia (di Santa Maria di Gesù, ndr) ferito a un piede, era stato curato grossolanamente dal Bosio. Il piede andò in cancrena; anche Vittorio Mangano era stato operato da Bosio alle gambe per problemi circolatori e si lamentava per le cure ricevute".
I collaboratori di giustizia avevano dichiarato anche che il medico non era un uomo "a disposizione di Cosa nostra". "A me lo disse Salvatore Micalizzi, al bar Singapore. - aveva detto Francesco Onorato - A ucciderlo fu Nino Madonia. Infatti Micalizzi mi disse: u dutture si futtio u dutture. Perché Nino Madonia veniva chiamato il dottore per la sua cultura”. A fargli eco anche Francesco Di Carlo: "Bosio si era accanito a operare un certo Pietro o Pino Fascella che era stato colpito da un proiettile a un piede, e gli fu amputato. Secondo i mafiosi non c’era bisogno di amputarglielo, il dottore lo avrebbe fatto perché era contro Cosa nostra".
Madonia in primo grado era stato assolto, ma in appello il verdetto fu ribaltato. Ora la Cassazione rende definitiva la condanna all'ergastolo. La moglie e le figlie di Bosio si erano costituite parte civile con l'assistenza degli avvocati Fausto Amato, Roberta Pezzano e Carmelo Miceli. Parte civile anche l'ordine dei medici, rappresentato dall'avvocato Mauro Torti.

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