Vittime della 'Ndrangheta
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Un mugnaio con la passione per gli orologi e un testardo assessore comunale, il bassista di un gruppo reggae e un medico con il vezzo della scrittura, un dirigente del Partito comunista che insegna Lettere e un fotografo con un passato da calciatore, un commerciante di auto che non fa lavorare nessuno in nero e un funzionario di banca che chiede garanzie quando concede i prestiti, una professoressa delle scuole medie e uno studente nigeriano che fa il parcheggiatore abusivo… in un Paese normale, queste donne e questi uomini – magistrati, attivisti politici, carabinieri, comuni cittadini e addirittura bambini – rappresenterebbero solo un ordinario spaccato di società civile.
Ma in Calabria, nell’estrema periferia italiana, anche i modi di vivere e di essere più diversi possono essere accomunati dallo stesso, inaccettabile, destino: quello di essere uccisi dall’odio e dalla vendetta della ’ndrangheta. Accade così, alle vittime della più segreta e potente organizzazione criminale del mondo, di morire due volte. Prima assassinati dai clan e poi dimenticati da uno Stato che non ha saputo difenderli e, troppo spesso, dai loro stessi concittadini: le persone che, attanagliate dalla paura, hanno attraversato e attraversano le loro stesse strade, piazze e città.
Dimenticati è un libro dedicato alla storia e alle storie delle vittime della ’ndrangheta: cittadini innocenti da sempre in attesa di verità e di giustizia. Vicende personali a cui la narrazione dei giornalisti Danilo Chirico e Alessio Magro rende finalmente un volto. Affinché il diritto-dovere della memoria torni a essere patrimonio di tutti. E perché il movimento antimafia calabrese, capace di straordinarie battaglie per l’affermazione dei diritti civili e sociali, non sia più soltanto un grido destinato a restare inascoltato.
Danilo Chirico e Alessio Magro hanno fondato nel 2005 l'associazione antimafie daSud onlus e hanno ideato il progetto dell'archivio multimediale sulla criminalità organizzata in Calabria Stopndrngheta.it, premiato dal Ministero delle Politiche giovanili nel 2008. insieme, hanno pubblicato Il sangue dei giusti (con Claudio Careri; Città del Sole Edizioni, 2007; vincitore del premio giornalistico Bruno Trentin) e Il caso Valarioti. Rosarno 1980: così la 'ndrangheta uccisa un politico (onesto) e diventò padrona della Calabria (round robin Edittrice, 2009).
“Sbagliano persino a scriverla, a pronunciarla. La scrivono “n'drangheta” e la pronunciano “andrangheta”. Sbagliano in tanti, anche giornalisti o dirigenti politici, intellettuali e presentatori televisivi. Segno che per troppo tempo nessuno l'ha davvero presa sul serio, la 'ndrangheta. E i boss calabresi ne hanno approfittato costruendo il loro impero, da Sud a Nord.
Così oggi la 'ndrangheta è l'organizzazione criminale più potente in Italia, tra le primissime al mondo. E non solo per la sua dirompente forza militare. Quello che oggi la rende unica un mix perverso, fatto di sconfinata liquidità economica e di straordinaria capacità di stare nel potere. Un predominio ormai incontrastato, che stride con il buio che esiste nell'informazione, nel dibattito politico, nell'azione dei movimenti sociali, nella consapevolezza dei cittadini.”