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Padre Bucaro

di Giorgio Bongiovanni

E’ con profondo sgomento che apprendiamo la vicenda che ha coinvolto in un’inchiesta per riciclaggio il sacerdote Padre Giuseppe Bucaro, fino a qualche giorno fa presidente del Centro Paolo Borsellino di Palermo. Un evento sconvolgente per la famiglia del magistrato ucciso, ma anche per tutti noi per i valori trasmessi in questi anni dal prete e per la sua vicinanza ai Borsellino. Indipendentemente dall’accertamento delle responsabilità penali che, ci auguriamo davvero, scagioni completamente Padre Bucaro, non ci si può proprio esimere dal constatare una realtà inquietante.
L’indagine  è  partita a seguito di intercettazioni effettuate sulle attività di Gianni Lapis, imprenditore ed ex consulente finanziario di Vito Ciancimino, oggi deceduto, ex sindaco di Palermo e condannato per mafia, e del figlio di quest’ultimo, Massimo Ciancimino. A parte il suo operato di fiancheggiatore dei mafiosi il Ciacimino padre aveva svolto un ruolo in prima persona nella cosiddetta “trattativa”, cioè nel riprovevole dialogo che avvenne tra Cosa Nostra e lo Stato all’indomani della strage di Capaci. Ciancimino faceva da tramite tra gli uomini del Ros e Riina e Provenzano, i capi mafiosi che proprio in quella fase stavano deliberando la rimozione dell’ultimo ostacolo per ottenere le richieste avanzate: Paolo Borsellino.
Questo era noto al sacerdote. Abbiamo aspettato che i procuratori Pignatone e Lari lo interrogassero sperando che smentisse queste sue frequentazioni, ma purtroppo padre Bucaro ha ammesso di aver intrattenuto rapporti con tale Lapis e di conseguenza con personaggi molto discutibili.
Ciò rende la situazione ancora più drammatica.
Non c’è altro. A parte grande tristezza e grande amarezza.
E una preghiera: che possa Dio aiutarci tutti.

 

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