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aula specialeAccolto l'impianto accusatorio della Dda, anche nei confronti di Iaquinta. Oltre 200 gli indagati, affittato un padiglione della Fiera per l'udienza preliminare

Il Gup Francesca Zavaglia ha disposto il rinvio a giudizio per oltre 140 imputati nel processo sulla 'Ndragheta al nord 'Aemilia', in corso a Bologna presso un padiglione della Fiera. Sostanzialmente, a parte un paio di posizioni minori per cui si è deciso il proscioglimento, il gup ha accolto l'impianto accusatorio della Direzione distrettuale antimafia. "Riteniamo che questo primo importante step processuale possa essere inteso come una conferma del lavoro sin qui svolto" commenta a nome della Procura di Bologna il procuratore reggente Massimiliano Serpi.

C'è Iaquinta. Fra i nomi eccellenti che andranno a processo anche l'ex calciatore della Nazionale campione del mondo nel 2006 Vincenzo Iaquinta e il padre. L'ex bianconero risponde della violazione di reati di armi, con l'aggravante di aver agito al fine di agevolare l'associazione di tipo mafioso. Al padre Giuseppe, imprenditore, è contestata la partecipazione nell'associazione.

La prima udienza. Esclusi coloro che procedono per rito abbreviato (71 persone) e per patteggiamento (19), sono dunque oltre 140 gli imputati che andranno a dibattimento. La prima udienza è fissata per il 23 marzo 2016 a Reggio Emilia. "Allo stato tutto depone affinché il processo si svolga nella sua sede naturale", ha aggiunto Serpi con riferimento alla trattativa recente, con protagonisti ministero e Regione, per poter celebrare il dibattimento nella stessa Reggio, analogamente a quanto portato avanti per la sede di BolognaFiere. L'11 gennaio invece inizieranno i processi per gli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato: tre le udienze in programma ogni settimana. L'udienza preliminare si era aperta il 28 ottobre scorso, con decine di Comuni e associazioni che si erano costituiti parti civili.

 Numeri impressionanti. Nel processo sulla maxicriminalità al Nord - in Emilia in particolare, accusata di aver messo le mani sulla ricostruzione postsismica e di aver cercato di condizionare le elezioni amministrative in diversi Comuni per pilotarle secondo i propri interessi - erano 239 gli indagati, quasi 200 i capi di imputazione contestati nel complesso. Un numero tale che si era resa necessaria la ricerca di uno spazio diverso dalle aule di giustizia, e per questo alla fine si è scelto di affittare un padiglione della Fiera. Le due posizioni prosciolte oggi sono quelle di un imprenditore livornese, che era stato indagato come prestanome dei clan, e di una ragazza russa di 26 anni che era considerata vicina ad alcuni imputati.

Altri nomi celebri. Non c'è solo Vincenzo Iaquinta fra i nomi celebri che finiranno alla sbarra. C'è anche Michele Bolognino, l'unico presunto boss che non ha scelto il rito abbreviato (che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena), Palmo Vertinelli, gli imprenditori Bianchini di Modena. Molti degli imputati rinviati a giudizio erano presenti oggi in aula. Tra quelli che hanno optato per il rito abbreviato ci sono dunque i principali presunti boss della cupola ndranghetista emiliana, a partire da Nicolino Grande Aracri.

(21 dicembre 2015)

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