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Sindacato, Agenzia non liquidi società ma crei sviluppo locale
28 maggio 2015
Catania.
I 50 lavoratori della La.Ra., azienda metalmeccanica del Catanese confiscata alla mafia da 13 anni gestita dallo Stato, rischia di chiudere, nonostante vanti crediti con lo Stato per 600mila euro. E' l'allarme lanciato da Cgil e Fiom di Catania annunciando che i dipendenti sono "pronti a recarsi il prossimo 3 giugno a Palermo in segno di protesta, per chiedere l'attenzione concreta delle istituzioni e dell'Agenzia per i beni confiscati, che purtroppo non arriva, con grave danno per la sopravvivenza della società e dei relativi posti di lavoro". "I 35 lavoratori attivi e i 20 in mobilità, da troppo tempo attendono risposte che non arrivano, così come non arrivano gli stipendi oramai da mesi - dicono Pina Palella, responsabile dipartimento Legalità della Cgil, e Stefano Materia, segretario della Fiom - oltre ai problemi comuni a qualunque altra impresa che opera in un territorio difficile come il nostro, la La. ara. fa anche i conti con le difficoltà della struttura politica e burocratica che l'agenzia ha imposto. Per questo ha perso opportunità di lavoro importanti che gli avrebbero consentito di stare sul mercato evitando una quarantina di licenziamenti. Nelle scorse settimane - sottolineano i sindacalisti - l'Agenzia nazionale aveva comunicato l'intenzione di anticipare parte dei fondi necessari all'attivazione di alcune commesse". "Chiediamo al ministro Alfano - aggiungono Palella e Materia - di dare seguito concreto alle sue importanti affermazioni fatte in passato affinché non si pensi che lo Stato affondi le aziende confiscate, e al prefetto Postiglione di dimostrare con i fatti che lo scopo principale dell'Agenzia non sia la messa in liquidazione delle aziende confiscate, ma - concludono i sindacalisti - ad assicurare possibilità di sviluppo al territorio”.

ANSA

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