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marmo-tortora27 giugno 2014
Trent'anni fa Diego Marmo era il pubblico ministero che formulò pesantissime accuse contro Enzo Tortora, poi assolto con formula piena perché il presentatore di Portobello non faceva parte della Camorra. Ma di quelle accuse Tortora morì, e mai nessun magistrato di quel processo aveva pubblicamente manifestato pentimento o rimorso.

Oggi Marmo in una intervista al "Il Garantista", il nuovo quotidiano di Piero Sansonetti, ammette di avere sbagliato e chiede scusa alla famiglia: "Adesso dopo trent'anni è arrivato il momento. Mi sono portato dentro questo tormento troppo a lungo. Chiedo scusa alla famiglia Tortora per quello che ho fatto". Durante la requisitoria, nel 1985, Marmo descrisse il giornalista Rai come "un cinico mercante di morte", riferendosi alla presunta (e inesistente) attività di trafficante di cocaina.

"Mi feci prendere dalla foga", dice ora al quotidiano. E spiega di non avere parlato prima perché "ho creduto che ogni mia parola non sarebbe servita a niente. Che tutto mi si sarebbe ritorto contro. Ero Diego Marmo, l'assassino morale di Tortora e dovevo tacere".

Marmo è tornato all'attenzione della cronaca la scorsa settimana, quando è stato nominato assessore alla legalità a Pompei. Molti commentatori lo hanno criticato per non avere mai pronunciato parole di scuse per l'arringa con la quale voleva inchiodare Tortora a reati mai commessi. Oggi quelle parole sono arrivate.

huffingtonpost.it

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