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provenzano-bernardo-web15 giugno 2014
Roma. Le più recenti relazioni sanitarie sulle condizioni di Bernardo Provenzano - detenuto nel carcere di Parma con più condanne all'ergastolo - sono state «debitamente valutate» dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna che ha respinto la richiesta di uscire di prigione. Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi e relative all'udienza dello scorso quattro aprile al termine della quale ha confermato il "no" al differimento della pena.   
Ad avviso dei supremi giudici - sentenza 23657 della Prima sezione penale - in maniera corretta la magistratura di sorveglianza «ha ritenuto che il complesso quadro clinico del detenuto risulta da ultimo stazionario e stabilizzato, e che pertanto non sussistono le condizioni previste per il richiesto differimento obbligatorio o facoltativo dell'esecuzione della pena».
Sottolinea inoltre la Suprema Corte che, lo scorso 27 agosto, nel rigettare la richiesta di Provenzano il Tribunale «con riguardo alle vicende sanitarie successive a quelle già esaminate con la precedente ordinanza del tre maggio 2013 di rigetto di analoghe istanze, ha osservato che, sulla scorta delle relazioni sanitarie pervenute, le condizioni di salute del detenuto risultano adeguatamente monitorate e le terapie necessarie sono somministrate anche in ambiente carcerario, con ricorso all'occorrenza a ricoveri ospedalieri».   
Senza successo, dunque, la difesa di Provenzano (81 anni) ha sostenuto che non è stato tenuto in adeguata considerazione «il pericolo di vita a cui è esposto» continuando a rimanere «in ambiente carcerario», e che illogicamente il Tribunale «ipotizza la simulazione del proprio stato di soggetto incapace».

gds.it

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