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gratteri-nicola-web44 giugno 2014
"Il regime di 41 bis è uno strumento irrinunciabile per la lotta alla mafia". Così Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, nella sua audizione al Senato, in commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, sul regime di detenzione relativo all'articolo 41 bis dell'ordinamento penitenziario.
"Storicamente -ricorda Gratteri- le associazioni mafiose hanno sofferto molto il regime del 41 bis. L'obiettivo di questo regime -rimarca- è impedire ai mafiosi il governo degli affari criminali e la gestione delle ricchezze accumulate, ma è anche uno strumento per incentivare la scoperta dei patrimoni mafiosi".

Adnkronos


Gratteri: “i detenuti con 41 bis devono coltivare la terra come terapia educativa”
4 giugno 2014
 ”Io sono per i campi di lavoro, non per guardare la tv. Chi è detenuto sotto il regime del 41 bis coltivi la terra se vuole mangiare. In carcere si lavori come terapia rieducativa”. Lo ha affermato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, durante un ‘audizione in Commissione Diritti umani in Senato. ”Il tossicodipendente deve lavorare otto ore al giorno, perchè un altro può stare 10 ore davanti tv? Occorre farli lavorare come rieducazione, non a pagamento. Se abbiamo il coraggio di fare questa modifica, allora ha senso la rieducazione. Ci sono capi mafia di 60 anni che non hanno mai lavorato in vita loro. Farli lavorare sarebbe terapeutico e ci sarebbe anche un recupero di immagine per il sistema”.

 ”Sono troppi 750 detenuti al 41 bis, il sistema ne può gestire massimo 500” ha poi aggiunto Gratteri. “Occorre un regime di 41 bis – ha spiegato – che funzioni veramente e dobbiamo essere severi sulla sua applicazione. Una volta applicato cerchiamo di essere seri nella gestione“.

”Attualmente i detenuti in regime di 41 bis sono distribuiti su 12 carceri e questo è già un’anomalia: avere 12 carceri, con 12 direttori e con 12 interpretazioni diverse sul 41 bis non va bene. Dovremo cercare di costruire 4 carceri per concentrare tutti i 41 bis, avere 4 direttori specializzati e studiare una tecnica per il 41 bis’‘ ha detto ancora Gratteri durante l’audizione, sottolineando che per ”far funzionare il 41 bis servono soldi e non ci sono, dovremo cercare di essere seri e fare tagli dove ci sono da fare, finora ci sono stati solo tagli lineari: servono 4 carceri nuove per i 41 bis”. Gratteri ha quindi aggiunto: ”Perchè non si riaprono le carceri di Pianosa e dell’Asinara chiusi nel 1994? Quando si riparlerà di sovraffollamento, voglio vedere che partito politico parlerà della riapertura di queste carceri”.

“La fuga di notizie sulle minacce fatte da Totò Riina indica che qualcosa non ha funzionato e che nelle carceri entra troppa gente“, ha infine concluso Gratteri. Parlando sempre delle minacce di morte fatte da Riina al pm del processo sulla trattativa Stato-mafia, Nino Di Matteo, il procuratore Gratteri ha invitato per il futuro “a fare attenzione anche alla fuoriuscita della più innocente notizia poichè i boss hanno un modo criptico di parlare“.

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