7 maggio 2014
Roma. Un intervento ufficiale del Consiglio superiore della magistratura per correggere l'''erronea interpretazione'' data da alcune notizie di stampa di una circolare dello scorso marzo che regola l'applicazione delle norme sull'assegnazione di fascicoli su inchieste di mafia a magistrati che non siano della Dda, norme che un quotidiano ha ribattezzato 'anti Di Matteo', denunciando che il pm palermitano non potrebbe più occuparsi dell'inchiesta sulla trattativa Stato mafia, in particolare del nuovo filone sulla Falange armata. Ad annunciarlo il consigliere di Unicost Pina Casella, presidente della settima commissione del Csm, che ha emesso la circolare. ''La commissione sta predisponendo un testo - ha detto in apertura del plenum - che sarà valutato dai componenti e poi trasmesso alla stampa''. Infatti, ha spiegato Casella, ''quanto scritto non corrisponde al vero, lo spirito che ha animato le nostre decisioni non è quello riportato dalla stampa''. Già le norme di legge stabiliscono che l'assegnazione ai magistrati che non fanno parte della Dda di inchieste di mafia sia limitato a ''casi eccezionali''. La circolare del Csm specifica questi casi e, in linea con la legge, prevede che la designazione sia motivata. Tra i criteri per individuare i ''casi eccezionali'' indica ''l'esigenza di disporre nella trattazione di un procedimento di competenze professionali ulteriori e diverse rispetto a quelle proprie dei magistrati componenti la Dda''.
Adnkronos
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