Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

"Il Cdr del Tg3 esprime forte preoccupazione per l'emendamento Costa, la norma che impone il divieto di pubblicazione 'integrale o per estratto' del testo di un'ordinanza di custodia cautelare fino a quando si siano concluse le indagini preliminari e quindi, di fatto, fino a diversi mesi dopo che sia stato commesso un reato. Tale norma approvata alla Camera passerà ora al vaglio del Senato per l'approvazione finale". E' quanto si legge in una nota della rappresentanza sindacale dei giornalisti della testata della tv pubblica. "Già oggi, dopo la riforma del 2017, nell'ordinanza di custodia cautelare devono essere riprodotti 'solo i brani essenziali' delle comunicazioni intercettate e c'è la garanzia della 'riservatezza delle comunicazioni non rilevanti' ai fini della giustizia penale. Riteniamo quindi - prosegue il comunicato - che l'ulteriore divieto leda profondamente il diritto dei cittadini a essere informati e non tuteli peraltro l'indagato. L'emendamento Costa non impedirà la pubblicazione della notizia di un arresto, ma priverà i giornalisti della possibilità di riferire il contenuto delle accuse con precisione, in modo verificabile. Ciò rischia di tradursi in una maggiore approssimazione a danno degli stessi indagati e impedirà ai cittadini di conoscere il merito delle accuse su fatti di cronaca rilevanti. La presunzione di innocenza è un principio sacrosanto, che però nulla ha a che fare con questa riforma: consentire di pubblicare notizie riguardo a un arresto solo sulla base di un principio di 'relata refero' e senza invece poter avere accesso diretto a una delle fonti primarie di un'indagine è il contrario del lavoro giornalistico. Indebolisce noi e soprattutto la democrazia". "Per fare un esempio - dice ancora la rappresentanza dei giornalisti del Tg3 - sugli effetti dell'emendamento Costa, se fosse già stato in vigore avrebbe impedito al nostro pubblico di conoscere realmente cosa è avvenuto il 23 maggio 2021 sul Mottarone prima del 20 maggio 2023, giorno della chiusura dell'indagine preliminare. Sarebbero stati due anni di interrogativi senza risposta sui controlli mancati e sulla consapevolezza degli indagati del malfunzionamento dell'impianto. Vale per il Mottarone, come per la quasi totalità delle inchieste che abbiamo seguito in questi anni, dalle stragi per disastri di varia natura alle indagini sulla mafia fino ai femminicidi. Per questo - conclude il comunicato sindacale - sosteniamo la protesta simbolica di Fnsi, Usigrai e delle Associazioni regionali di Stampa che si svolgerà domani davanti a Palazzo Chigi e parteciperemo attivamente alla valutazione di ogni altra iniziativa futura volta a far comprendere ai cittadini il pericolo dell'approvazione di una norma simile".

In foto: l'on. Enrico Costa © Imagoeconomica

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos