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libera logo 500Di Enza Rando si potrebbero scrivere molte altre cose, della sua vita personale e professionale improntata alla dedizione e all’impegno, all’accoglienza verso chi soffre a causa di un’ingiustizia.

Per noi, familiari di vittime innocenti delle mafie, Enza Rando è il punto di equilibrio tra la professionalità con la quale svolge il suo lavoro e l’umanità con la quale riesce a leggere la realtà che è alla base del suo impegno.

Per chi, come molti tra noi, non ha avuto risposte processuali di verità relativamente ai responsabili delle morti tragiche dei nostri cari, lei rappresenta un ottimo motivo per continuare a sperare.

Alle mafie piace il silenzio, invece la presenza dell’Ufficio Legale di Libera, coordinato da Enza, nei processi che vedono implicati anche assassini pericolosi, assume il significato, non solo simbolico, di una richiesta di verità e giustizia da parte della stessa compagine sociale che Libera rappresenta, e nello stesso tempo rappresenta sostegno ai magistrati che svolgono un lavoro difficile e pericoloso.

La migliore vicinanza a noi familiari delle vittime innocenti, la si esprime proprio in questo modo, attraverso la messa in atto di azioni che significano in modo evidente che le morti dei nostri cari non sono solo “affare” delle nostre famiglie, ma appartengono ai tanti che aderiscono a Libera e, attraverso l’impegno dei volontari, alle comunità di cui i nostri cari facevano parte.

Costituirsi parte civile, rappresentando legalmente Libera, è molto complicato ma fondamentale per contribuire a un percorso di giustizia che ha una meta importante per tutti noi. Ottenere la verità giudiziaria, è alla base dell’impegno di Enza Rando e il suo raccontare tali verità nei luoghi in cui le chiedono di portare un suo contributo, restituisce speranza e dignità a molte delle storie dei nostri cari, la cui vita è stata spazzata via dalla violenza mafiosa. Una speranza non vana e senza senso, bensì ancorata alla caparbia passione di Enza per la sua professione e al suo crederci fino in fondo.

Per noi, ogni storia delle vittime innocenti delle mafie, ha un volto e racconta un pezzo del territorio ma anche del modo in cui le mafie hanno provato a controllarlo, eliminando chi si è venuto a trovare, anche inconsapevolmente, lungo il percorso inesorabile dei mafiosi, che non rispondono alle leggi dello Stato e dell’umanità, bensì a quelle della prepotenza e della violenza. Tutto questo ha portato molti dei familiari delle vittime innocenti a raccontare le storie dei propri cari, al fine di non dimenticare il volto, il sorriso e i sogni di queste persone che ricordiamo ogni anno in un lungo elenco il 21 marzo, primo giorno di primavera. Sappiamo che in questo nostro impegno, spesso faticoso, Enza Rando sarà al nostro fianco.

Cara Enza, se con questo nostro piccolo contributo di solidarietà, ti esprimessimo un semplice ringraziamento, potremmo rischiare di apparire distaccati e non lo vogliamo. Vorremmo, invece, che tu sentissi l’abbraccio, forte e saldo, da parte di tutti i familiari delle vittime innocenti delle mafie: un abbraccio che ti dice in modo inequivocabile che anche noi siamo al tuo fianco.

La nota di Libera
Nella notte tra il 25 e il 26 novembre, a poche ore dal convegno che si è svolto a Modena promosso da Libera dal titolo “Come cambiano le mafie idee e nuovi percorsi di contrasto” con la partecipazione di Enza Rando, di Luigi Ciotti e dei procuratori Federico Cafiero de Raho e Franca Imbergamo, ignoti si sono introdotti nello studio di Modena dell’avvocato Enza Rando, vicepresidente di Libera e che per l’associazione cura le costituzioni di parte civili in numerosi processi di mafia, mettendo a soqquadro la sua stanza senza che alla stessa sia stato sottratto nulla, pur essendo a portata di mano Pc, penne e altri oggetti di valore. Tra gli elementi preoccupanti l’apertura delle ante di armadi in cui sono custoditi i faldoni riguardanti le costituzioni di parte civile nei processi di mafia. Esprimiamo preoccupazione e inquietudine per il grave episodio contro Enza Rando, abbiamo piena fiducia nell’operato delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, ma dopo questo atto ci poniamo delle domande, ci chiediamo chi c’è dietro tutto questo? L’atto di venerdì scorso segue il linciaggio mediatico, durato per mesi, nei confronti di Enza Rando, dai manipolatori della verità. Il susseguirsi di tali episodi rappresenta dei gravi segnali che ci preoccupano ma non ci fermano, consapevoli che, lungi dall’intimorirci, ci stimolano a essere ancora di più cittadini responsabili, decisi a difendere il bene comune da chi lo vuole corrompere, rubare, distruggere.

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