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Spett.le Dott. NICOLA ZITO
Questore di Palermo

Spett.le  Dott. ENRICO EVOLA
Dirigente Ispettorato P.S. “ Vaticano”

Spettabili ed Illustrissimi,
Con la presente intendiamo mettervi a conoscenza dei fatti incresciosi verificatisi domenica 28 aprile in occasione dell’Angelus domenicale a Piazza S. Pietro, quando tre componenti del nostro gruppo (tra cui un bambino di 11 anni) sono stati bloccati dalla polizia perché in possesso di uno striscione su cui era scritto “Fraterno Sostegno-Agnese Borsellino”.
Iniziamo subito col presentarci, poi a seguire troverete l’articolo scritto da Simona Mazza, componente del gruppo, protagonista con Alessandro Portelli dei fatti che descriveremo.

PREMESSA.

borsellino-agnese-webSiamo i componenti di “Fraterno sostegno ad Agnese Borsellino” un comitato spontaneo, nato un anno fa a sostegno appunto della vedova del magistrato e dei suoi familiari.
I motivi che ci hanno spinto alla formazione del comitato, presente anche sul social network Facebook, sono semplici ma carichi di significati e valori che noi riteniamo nobili, universali e soprattutto immortali, quali la solidarietà, il conforto al dolore, il sostegno “fraterno” e soprattutto la ferrea necessità di mantenere vivo il ricordo di un uomo “martire e servitore dello Stato”.
Inutile soffermarci sui fatti del 19 Luglio 1992, perché sicuramente vi sono noti.
 Come è sicuramente a voi noto la signora Agnese, oltre a sopportare con estrema dignità il fardello del dolore per la morte di Paolo, in questi ultimi tempi combatte quotidianamente con una vile malattia che si è sensibilmente acuita lasciandole però una lucidità mentale incredibile.( per altro il Questore  di Palermo, Dott. Zito frequentemente e con sincero affetto si preoccupa e si informa sulle condizioni di salute della Signora Agnese.
Per tali ragioni abbiamo deciso di dare alla luce, con la totale adesione della famiglia Borsellino, il comitato che ha come padri fondatori persone semplici e personaggi noti alle istituzioni, come ad esempio Gianfranco Criscenti ( giornalista), Silvia Amadori ( studentessa di Giurisprupenza), Luigi Furitano (vicino parente della Signora Agnese e professionista al servizio della Giustizia) il magistrato antimafia Nico Gozzo.
 Attualmente la nostra pagina Facebook ospita circa 3000 persone e il consenso continua a crescere, di pari passo con il nostro impegno e la nostra passione civile per una causa tanto importante.

“Tra gli amministratori del gruppo vi è  colei che vi scrive( mi chiamo Gabriella Tassone)e negli ultimi mesi ho avuto lunghi colloqui con Agnese e con altri componenti della sua famiglia. Mi sono ritrovata ad essere,come ama dire Agnese, "colei che fa da tramite e portavoce del suo pensiero e dei desideri ". Qualche tempo fa, Agnese, donna devotissima, aveva espresso la volontà di vedere i suoi “angeli sostenitori” partecipare coralmente all’Angelus. In particolare mi disse:-Mi sarebbe piaciuto ritornare in .San Pietro..con tutti voi,l'ultima volta fu moltissimi ani fa in una rara e breve vacanza con Paolo a Roma.-
In passato, mi aveva chiesto,se fosse stato possibile,un’immagine di Giovanni Paolo II, il cui nome, per una meravigliosa coincidenza, contiene quello di due martiri dello Stato: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino;cosa che puntualmente si riuscì a fare..Per tutti questi motivi ci sovvennne di farle un regalo e portare il nostro striscione a S. Pietro per alleviarne le sofferenze, se non fisiche (perchè su quelle non si poteva fare nulla), almeno quelle morali di una donna gravemente malata.
Neanche a dirlo l’iniziativa, se pur semplice, trovò il  pieno consenso da parte dei figli di Paolo, Lucia, Manfredi e Fiammetta.”.e Agnese alla sola idea della sua presenza, seppur virtuale a San Pietro,si commuoveva..Si scelse così il 28 Aprile,giorno delle Cresime,perchè coincideva con la prima comunione di una sua nipotina e la cosa ci sembrò bellissima..Mai avremmo creduto che succedesse ciò che poi è effettivamente avvenuto..Il nostro entusiasmo si è trasformato in delusione per i motivi che potrete leggere nell’articolo scritto da Simona Mazza che era presente in San Pietro come rappresentante del comitato..

I FATTI.

"Roma- Oggi in Vaticano è giorno di cresime.
 Papa Francesco inizia la sua omelia con “siate controcorrenti”, “perché Dio vi sente”, appena fuori dalla basilica la polizia romana naviga seguendo invece una corrente molto più comoda, che suscita tuttavia qualche perplessità.
Raccontiamo la storia di due “pericolosi” esponenti dell’Associazione “Sostegno Fraterno “ ad Agnese Borsellino.
Ore 9,30: l’incontro all’esterno del colonnato di S. Pietro, con striscione lungo 10 metri, da gestire in mezzo al flusso dei pellegrini, ci impone manovre ingombranti che catalizzano la solerte attenzione di due agenti della polizia addetti alla sorveglianza.
La domanda a bruciapelo che ci viene posta riguarda il contenuto dello striscione e soprattutto le motivazioni che ci hanno portato in piazza.
Non c’è nulla di “allarmante”: si tratta di una scritta soggetta a due interpretazioni, ma il suo senso è assolutamente inequivocabile.
“Fraterno Sostegno” e a capo, o in calce che dir si voglia “Agnese Borsellino”. Non esiste alcuna preposizione semplice o articolata che lasci intendere il sostegno del Papa verso Agnese, (moglie del giudice barbaramente ucciso dalla  mafia ), né tanto meno il sostegno di Agnese verso il Papa. Semplicemente “Fraterno sostegno”, una frase bellissima nella sua disarmante innocenza.
Se per noi la scritta è eloquente, così come eloquente è il messaggio positivo che esprime, gli zelanti poliziotti sentono la necessità di interpellare i loro esimi dirigenti, sottolineando che non si possono esibire striscioni senza aver autorizzato preventivamente la questura.
In men che non si dica arrivano i due “nominati”: una donna affermativa a oltranza e un buon uomo in giacca e cravatta,( un certo Sanna) in grado di controllare meglio della “ donna-maschio” i picchi ormonali o umorali, o forse entrambi.
La sentenza è asciutta: “Che c’entra il cartello con le cresime”?  La donna alza la voce, inveisce e si lancia in una parabola altisonante che descrive minuziosamente la sua “altissima” gerarchia, probabilmente convinta che lo strapotere che intende esercitare attraverso parole crude possa indurci a capitolare, magari con la coda tra le gambe.

Ahimè, non è la prima volta che vengono utilizzate certe frasi tipiche, soprattutto quando non ci sono argomentazioni migliori da esibire e non ci resta che piangere, per parafrasare un film della coppia Benigni-Troisi, interpretata però da Portelli-Mazza e Bob Marley Junior, alias il piccolo eversivo in erba Shaquille (anni 11).
Se talora certe parole possono avere forte impatto con un interlocutore improvvisato, con noi non hanno trovato terreno fertile.
Personalmente non credo nelle gerarchie, ma nell’importanza dei ruoli di ogni singolo individuo a prescindere dal compito svolto, ergo: per nulla intimorita dal rombo delle parole della potentissima suprema, affermo “ Non sa chi sono io e chi è il mio collega”. La “capa” mi chiede i documenti senza troppa convinzione e capendo l’antifona desiste, poi smorza i toni adducendo il volume della sua voce a una forte otite.
“Eh eh, meglio così penso tra me e me.”
Il buon uomo invece cambia registro, così il nostro “manifestare” diventa il“ rappresentare” e la cosa ci fa un po’ più contenti.
La questione non finisce qui.
Le prime motivazioni del veto sono quelle che non si può manifestare senza autorizzazione, indipendentemente dal contenuto. In uno slancio di puntualizzazione, una delle agenti afferma che potremmo anche presentarci con un cartello sul problema delle discariche, se autorizzato.
“manifestazione?”- dice Alessandro Portelli- com’è possibile definire due adulti e un bambino “manifestanti”-.
Ecco cosa dice Wikipedia alla voce manifestazione:
Una manifestazione è l'esposizione dell’opinione comune di un gruppo di persone. Le manifestazioni sono una forma di attivismo che solitamente si svolgono per mezzo di persone che si riuniscono insieme. In questo modo, l'opinione che si vuole manifestare prende significato grazie alla moltitudine di persone che sono d'accordo con essa e si radunano per dimostrarlo visivamente.
Le manifestazioni sono di solito utilizzate per mostrare un punto di vista (sia positivo sia negativo) a proposito di un problema pubblico, specialmente a proposito di reclami o diseguaglianze sociali. Una manifestazione solitamente viene considerata di maggior successo se vi partecipa un maggior numero di persone. Argomenti per manifestare riguardano spesso la politica, l'economia e i problemi sociali.
Tanto per sfoggiare un po’ di sana legislazione nozionistica che abbia effetto fuoco d’artificio, viene poi tirato in ballo l’art 18 773/1931 del T.U.L.P.S che regola i permessi per manifestazioni e conseguenze penali per coloro i quali contravvengono al divieto.
Non riguarda il caso nostro: ” non siamo manifestanti, siamo un Uomo, una Donna, un Bambino chiaro?”
Ok, sediamo le polemiche, tanto parliamo arabo a due cinesi e lasciamo lo striscione al posto di polizia. Il nostro obiettivo adesso è vedere Papa Francesco. Entriamo in Piazza armati solo di pennarello e magliette bianche (cosa totalmente casuale).
Scrivo la frase “proibita e poco attinente “sulla maglia di mio figlio e sulla camicia bianca di Alessandro e speriamo che il Papa si accorga della nostra presenza.
Dentro la piazza c’è una massiccia presenza di striscioni, bandierine e slogan di ogni tipo, incluso qualche cartello che ricorda che oggi si celebra la “giornata dell’amianto”.
La testardaggine e soprattutto l’amore per la conoscenza della verità mi portano a chiedere ai vicini “ manifestanti” se sono stati autorizzati a esibire i loro striscioni, ma a quanto pare solo noi abbiamo avuto questo problema. “Si sono limitati a vedere se c’erano scritte strane”- questa la risposta.
Mi sento un po’ frustrata: per noi era necessaria l’autorizzazione della questura indipendentemente dal contenuto, per gli altri l’autorizzazione è secondaria al contenuto.
Non è che per caso ci hanno discriminato, magari per qualche logica politica perversa che non immaginiamo? A dire il vero immaginiamo eccome le logiche perverse e pure quelle inverse, quelle che inneggiano a un giustizialismo, se non di comodo e obbediscono quantomeno alle logiche del servilismo più strisciante.
Con l’immancabile “tignosità” Alessandro contatta subito il caro amico Luigi Furitano. che chiede di poter conferire con i dirigenti, mentre Papa Francesco, ricordando le vittime del crollo della fabbrica in Bangladesh, sottolinea la sua “profonda vicinanza dal profondo del cuore” ai poveri innocenti e marca la “la dignità e la semplicità dei lavoratori”.
Mi chiedo se gli arroganti esponenti della polizia abbiano ascoltato” attivamente” le parole del Papa . Il simbolo della cristianità sta parlando di dignità e semplicità !!! 
All’uscita ci rechiamo al posto di comando per ritirare l’eversivo striscione ma Alessandro a colloquio telefonico con Luigi Furitano, passa il telefono al buon uomo in giacca e cravatta: “Come si permette! Io non sono tenuto a parlare con nessuno”.
In quell’istante l’illuminazione divina, per osmosi, fa fiutare all’incravattato l’odore acre della disfatta e tutto a un tratto la pecorella smarrita rientra nel gregge, (che paragone evangelico più azzeccato, visto il contesto, non poteva esserci.)
“ Si signore, io, ma io, ma ma io. Io parlo sssubbitooo con lei; sa eravamo impegnati con l’attentato a Palazzo Chigi, sissignore sissiiiii, io non potevo perdere tempo per cose di questo tipo, ssiii sii”.
Ragazzi, non solo ha avuto un’illuminazione divina, Alessandro ed io non ci siamo resi conto di aver parlato nientepopodimeno che, con la reincarnazione di Nostradamus o con un amico dell’attentatore.
Alle 9:30 era, infatti, già in grado di prevedere un fatto che sarebbe accaduto alle 11,40.
L’unico commento degno di nota è quello di Alessandro Portelli “Vigliacchi”."

L'AMARO FINALE.

Intanto a Palermo Agnese era attaccata allo schermo e aspettava con ansia di vedere la sua presenza virtuale a P.San Pietro..diceva alle sue assistenti:-Ma dov'è?Non lo vedo,tu lo vedi?-E loro:-Ma vedrai che adesso lo vedremo,lo inquadreranno figurati il tuo striscione è 10 metri..lo vedremo..-E si va avanti così fino alla fine dell'Angelus...alla fine,nel pomeriggio ,le dovettero dire ciò che era successo.Vi lasciamo immaginare la profonda amarezza di Agnese nell'apprendere che rappresentanti dello Stato,di quello stesso Stato in cui aveva creduto Paolo,lo stesso Stato per il quale Paolo,facendo il proprio lavoro,era stato ucciso..beh quello Stato aveva vietato alla signroa Agnese,seppur presente con il nome,di entrare a San Pietro.Una scoramento profondo che tra l'altro ha comportato sin dalla sera di domenica un dolore fisico...e non solo psichico come se quelli che già aveva non bastassero..Ora vi chiediamo:-Ma possono dei Poliziotti,addirittura Dirigenti,quindi ben conspevoli della legge,agire in tal guisa?Perchè chiedere un'autorizzazione proprio pre il nostro striscione mentre altri non avevano nulla?Che senso ha parlare di memoria delle vittime se proprio colleghi delle vittime di quel tragico 19 Luglio si sono comportati così...?
Per quanto ci riguardo continueremo a sostenere la nostra dolcissima Agnese..cercheremo di confortala umanamente per quanto sarà nelle nostre capacità..di certo per noi l'amarezza della macata esposizione potrebbe essere superata..noi potremmo tornare lì..,ma l'amarezza di Agnese non verrà superata..lei non potrà andare in San Pietro come aveva fatto anni fa con il suo amato Paolo...
 

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