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ciancimino-massimo-web8 Marzo 2013
Il rinvio a giudizio ha aperto un nuovo capitolo sul tema della presunta "trattativa" fra Stato e mafia. Ma ci sarebbero altri fronti da scoprire, con altri indagati. Ed entrano in scena i Servizi.
Palermo. Si allarga ai servizi segreti l'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia che ieri, con il rinvio a giudizio degli imputati, ha "superato" il primo vaglio giudiziario. Nel registro degli indagati nel fascicolo "madre", dal quale sono state stralciate le posizioni dei 10 rinviati a giudizio, sarebbero stati iscritti alcuni 007 che avrebbero avuto un ruolo nel patto che pezzi delle istituzioni avrebbero stretto con Cosa nostra negli anni delle stragi mafiose. L'indagine, dunque, come aveva detto ieri, dopo la decisione del gup, il pm Nino Di Matteo è tutt'altro che conclusa. E oltre a scoprire il ruolo dell'intelligence nella vicenda, che ha sullo sfondo un vero e piano eversivo portato avanti dalla mafia e altri settori criminali interessati a destabilizzare il Paese, cercherà di scoprire eventuali responsabilità politiche e istituzionali.

Nel fascicolo ancora aperto risultano iscritti per false informazioni al pm l'ex Guardasigilli Giovanni Conso e l'eurodeputato dell'Udc Giuseppe Gargani. Le loro posizioni sono state stralciate in attesa che arrivi la sentenza di primo grado sull'inchiesta che ieri si è conclusa col rinvio a giudizio. Ma le vere novità dell'indagine ancora aperta riguarderebbero proprio il coinvolgimento dei servizi. Da anni Massimo Ciancimino, teste e imputato nel procedimento, parla di uno 007 che nell'ombra avrebbe tirato le fila della trattativa. La sua identità non è stata ancora scoperta ma altri suoi colleghi invece sarebbero stati identificati e indagati.

ANSA

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