12 aprile 2012
Roma. «L'omicidio di Pio La Torre - ricorda il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, è stato un delitto politico mafioso, con connotazioni terroristiche e intimidatorie, come riconosciuto anche durante il processo. Si è uccisa una persona che ha cercato di incidere senza subire la pressione dei gruppi mafioso: un elemento di innovazione nelle realtà sicialiana che rischiava di mettere in pericolo gli interessi mafiosi». L'attività parlamentare del segretario del PCI siciliano, ucciso da Cosa Nostra il 30 aprile 1982 assieme al suo collaboratore Rosario Di Salvo, cui di deve la proposta di legge, approvata 4 mesi dopo la sua morte per introdurre il reato di associazione mafiosa e prevedere la confisca dei beni dei mafiosi; gli atti del processo che ha portato alla condanna di 9 boss per l'agguato, ma anche quelli di altri delitti di mafia, da quello di Peppino Impastati a quello di Rocci Chinnici, e gli atti della Commissione parlamentare antimafia, sono raccolti in un archivio dedicato alla sua memoria. L'archivio, promosso dalle presidenze di Camera e Senato, dalla Commissione Antimafia e dalla Fondazione Camera dei deputati, è stato presentato alla Camera. In occasione della cerimonia il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha consegnato le medaglie d'oro al merito civile al figlio di La Torre, Franco, e alla vedova di Di Salvo, Rosa Casanova. Alla cerimonia hanno partecipato tre gli altri, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, le ministre del Lavoro, Elsa Fornero, e dell'Interno, Anna Maria Cancellieri. Il presidente della Fondazione Camera, Fausto Bertinotti, e quello della Commissione Antimafia, Beppe Pisanu, il procuratore Grasso, e don Luigi Ciotti, che con Libera ha raccolto l'eredità politica di La Torre.
ANSA