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28 marzo 2012
Palermo. «Il concorso esterno in associazione mafiosa non è un reato inventato dai magistrati, ma un istituto previsto del nostro sistema penale e consacrato da diverse pronunce delle sezioni unite della Cassazione». Lo ha detto il magistrato Antonino Di Matteo, alla presentazione alla Feltrinelli di Palermo del libro 'Quarant'anni di mafià. «Non entro nel merito del processo Dell'Utri - ha aggiunto - ma l'intervento del procuratore generale Iacoviello ci rende perplessi e preoccupati. Dire che il concorso esterno è un reato in cui non crede più nessuno fa regredire di 30 anni la lotta alla mafia e delegittima tutti i processi e le indagini in corso». Di Matteo ha poi aggiunto che la «Costituzione, prima che cambiata, andrebbe attuata. Il Csm ha valutato inopportuno l'intervento del collega Ingroia, che si è dichiarato partigiano della Costituzione, ma è una posizione talmente condivisibile da sfiorare l'ovvietà». «Purtroppo non colgo segnali positivi neanche con questo nuovo governo - ha detto - non abbiamo strumenti contro la corruzione e una larga parte della politica non tollera che il controllo della legalità riguardi anche l'amministrazione della cosa pubblica».

ANSA

"Basta mistificazione su sentenza Dell'Utri"

28 marzo 2012
Palermo. «Basta con le mistificazioni sulla sentenza Dell'Utri». È il monito del Presidente dell'Anm di Palermo, Nino Di Matteo, che è tornato sull'annullamento della condanna a sette anni con rinvio a nuovo processo per il senatore Marcello Dell'Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. «Dell'Utri non è stato assolto - spiega - I giudici hanno annullato con rinvio. È un imputato che dovrà nuovamente essere giudicato. Non è ammissibile la mistificazione».

Adnkronos

"Falcone fu il primo a contestare il concorso esterno"

28 marzo 2012
Palermo. «Oggi sul concorso esterno ci sono delle inaccettabili strumentalizzazioni. Gli stessi, tra cui molti politici, che oggi dicono che Falcone e Borsellino non avrebbero mai contestato questo reato, per infangare le inchieste su mafia e politica, in passato attaccavano I due magistrati». È la denuncia del Presidente dell'Anm di Palermo, Nino Di Matteo. «Furono proprio Falcone e Borsellino I primi a contestare questo reato a politici come Vito Ciancimino o Salvo Lima, e all'epoca furono accusati ingiustamente perchè si diceva che rovinavano l'economia siciliana - dice - Oggi gli stessi li strumenatlizzano falsamente. Ogni tanto qualche operazione verità va fatta». E parlando ancora del concorso esterno, che dopo la sentenza della Cassazione che di recente ha annullato con rinvio la condanna a sette anni del senatore Dell'Utri, ha creato molte polemiche, ribadisce: «Non è un reato inventato dai magistrati. È l'applicazione concreta di un principio del nostro sistema penale». «Ci sono varie pronunce che consacrano l'istituto previsto. Quando leggiamo che il pg della Cassazione al processo Dell'Utri dice che è un reato a cui non crede più nessuno - dice - restiamo perplessi. Non è vero che non ci crede più nessuno, riporta di 30 anni indietro le lancette dei rapporti tra mafia e politica e crea un effetto delegittimante di centinaia di indagini e di decine di processi in corso». «Ecco perchè dico - spiega nella presentazione del libro 'Quarant'anni di mafia» di Saverio Lodato - che non colgo segnali positivi in una lotta alla mafia con il freno a mano«.

Adnkronos

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