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di Eleonora Vacca - 4 aprile 2014
Cagliari. Un sit in nazionale per chiedere che i magistrati impiegati nella lotta alla mafia, come il pm Nino Di Matteo, non vengano abbandonati dallo Stato e le loro auto siano dotate di bomb jammer, così come promesso dal ministro Alfano lo scorso dicembre. Si tratta di un dispositivo utilizzato per impedire ai sistemi di comunicazione radio di inviare o ricevere segnali e che, se installato sulle auto della scorta, impedirebbe il ripetersi delle stragi.

“Se l’avessero avuto Falcone e Borsellino non sarebbero saltati in aria. Dobbiamo aspettare che i magistrati saltino in aria per prendere una decisione?” chiede una delle attiviste del movimento, Angela Pisu. “Il costo non è eccessivo, non vedo perché non li debbano comprare”.“Si finirà per fare una colletta nazionale da parte delle Agende rosse” la interrompe un’altra attivista, Maria Rosaria Miscali, “e comprarli noi”.

Un'iniziativa di solidarietà quella svolta, ieri sera, davanti alla Prefettura cittadina verso i magistrati del pool di Palermo: non solo Di Matteo, ma anche Vittorio Teresi, Roberto Tartaglia, Francesco Del Bene, uomini in prima linea nella lotta alla mafia, quella stessa associazione che su di loro ha lanciato una fatwa. “Non possiamo lasciare sole queste persone, così come è successo a Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, Chinnici. Loro stessi dicevano che una volta isolati sarebbero stati uccisi: così è stato. Chiediamo l’aiuto dei mezzi di comunicazione per fare pressione e per fare verità: senza non ci possono essere né democrazia né legalità” sostiene Riccardo Matera. “Non c’è la volontà politica di arrivare alla verità. Chi ne ha paura e perché?” si domanda Miscali.

Al grido di “Paolo è vivo e lotta insieme a noi” le agende rosse non si fermano: prossimo appuntamento a Roma, quando il 12 aprile una delegazione nazionale verrà ricevuta da Alfano.

sardegnaoggi.it

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